Anche in provincia di Varese lo sport cerca la normalità

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La rete e la retina come argine contro cui infrangere le frustrazioni seminate dalla pandemia. Lo sport ricomincia con passo felpato con gli stadi e i palazzetti, un tempo luoghi di passione, dove ogni rumore pare una liberazione. Rumore del pallone che gonfia la rete, pizzica un nastro o scuote il cotone come parvenza di normalità. Il Varesotto tenta un rimbalzo non solo della sfera che impatta su un campo o sul parquet. Aggrapparsi allo sport, al calcio, al volley e al basket come moneta da spendere in questo freddo inizio d’autunno. Una consolazione? Sì, una consolazione ma pure un escamotage per scacciare i cattivi pensieri legati al Covid che costringe la  gente a indossare la mascherina, lavarsi le mani, disinfettare tutto quello che tocca.

La domenica appena passata è stata uguale eppure diversa. Uguale nella quotidianità, nel rigoroso rispetto delle regole e nell’impossibilità di partecipare agli eventi e condividere gioie e dolori con gli alfieri delle discipline più amate. Diversa perché ha suscitato emozioni, comunque sia andata a finire. I risultati sembrano un copione scritto dall’imponderabile: una vittoria, un pareggio e due sconfitte nel paniere dei massimi rappresentanti. Vincono gli eredi della grande Ignis, pareggia la Pro Patria, ci lasciano le penne le Farfalle bustocche e il rinato Varese calcio che ha radici a Busto. Per dire dell’agonismo come argomento di dibattito del giorno dopo al bar dello sport dove l’interlocutore sembra il fratello dell’uomo mascherato.

Ma la protezione blocca il virus pandemico e filtra il virus del tifo che scatena discussioni per un tocco di mano, uno sgambetto, un nastro malandrino che fa cascare il pallone nella metà campo sbagliata. Anche questa è parvenza di normalità in una domenica, la prima a pieno regime, dello sport che timidamente riparte, pronto a regalare momenti di felicità. E per una domenica la tabella dei contagi lascia spazio alla tabella con i punti in classifica. Lo sport, insomma, come sinonimo di libertà dagli odiosi ceppi stretti dal coronavirus attorno al cuore dell’umanità.

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