Covid in Municipio a Busto: un dipendente positivo, anagrafe chiusa per due giorni

BUSTO ARSIZIO – Dopo i casi tra gli agenti della Polizia locale, anche all’Anagrafe di palazzo Gilardoni si registra un caso positivo al Covid. E l’amministrazione chiude per due giorni (oggi, 18 novembre, e domani) l’accesso al pubblico all’ufficio dei servizi demografici di via Fratelli d’Italia. Incassando il plauso del sindacato di base ADL: «Intervento tempestivo. Ma ci vorrebbe più trasparenza, nell’interesse della salute dei lavoratori».

Un positivo e un isolato

La notizia della positività al tampone del Coronavirus di un dipendente dell’ufficio anagrafe risale a ieri, 17 novembre. Dal tracciamento è emerso che solo un collega d’ufficio sarebbe tra i contatti stretti, a rischio contagio, ed è stato lasciato a casa, su indicazione del medico competente, del responsabile dell’ufficio e del dirigente responsabile della sicurezza sul lavoro. Ora è in isolamento in attesa del tampone.

Chiusura per due giorni

Con due dipendenti in quarantena – e «tenuto conto – sottolinea l’assessore al personale Gigi Farioli – di un’organizzazione dell’attività di sportello già molto limitata nel rispetto dei protocolli Covid, con l’accesso solo su appuntamento e parte del personale al lavoro da casa in smart working» – si è deciso in ogni caso, a titolo precauzionale, di «chiudere per due giorni l’ufficio demografico di via Fratelli d’Italia», già da questa mattina, 18 novembre. La chiusura permetterà di «resettare e riorganizzare in sicurezza» le attività di sportello. Nel frattempo, tutti i servizi alla cittadinanza continueranno ad essere garantiti regolarmente con le modalità a distanza, dal personale in attività in smart working.

ADL: «Bene la tempestività, meno la trasparenza»

Le verifiche sul tracciamento dei contatti proseguono, anche se l’assessore Farioli chiarisce che il rispetto rigoroso dei protocolli Covid negli uffici prevedeva già distanziamenti, igienizzazioni, uso continuativo delle mascherine, arieggiamento degli ambienti e barriere di protezione tra gli sportelli e il pubblico. Tanto che nell’ambiente di lavoro è emerso solo un contatto stretto. Anche il sindacato ADL, per voce di Fausto Sartorato, riconosce la «corretta applicazione di tutti i protocolli» e il «tempestivo intervento» con la chiusura dell’ufficio colpito dal caso positivo. L’unico appunto che fa la sigla di base, richiamando anche il caso delle positività al Comando di polizia locale, riguarda la «necessità di trasparenza» su questi episodi. «Stiamo parlando della salute dei lavoratori, è il Comune che dovrebbe comunicare ufficialmente come stanno le cose».

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