Crenna e Moriggia, oratori e parrocchie al bivio

PROSEGUE IL VIAGGIO DI M24 NELLE REALTA' CATTOLICHE DELLA PROVINCIA. DON LUIGI PISONI: "E' TEMPO DI CAMBIARE GLI SCHEMI"

Prosegue il nostro viaggio nel mondo delle parrocchie e degli oratori. Dopo l’intervista con Monsignor Claudio Livetti (leggi l’intervista), già prevosto di Busto Arsizio, che ha fotografato con grande lucidità l’attuale situazione delle realtà cattoliche del territorio, abbiamo incontrato con don Luigi Pisoni, parroco della Comunità pastorale di Crenna e Moriggia (nella foto, a destra insieme al Vescovo), due frazioni di Gallarate dalle profonde radici e tradizioni oratoriane.

Gli oratori di Crenna e di Moriggia sono sempre stati molto attivi, fulcro di molteplici attività per i bambini, per i ragazzi e per i giovani. Anche in queste 2 frazioni si percepiscono, però, i tempi che cambiano: rispetto a dieci, vent’anni fa molte cose sono mutate. L’oratorio – nella sua accezione generale – sembra perdere mordente sugli adolescenti e sui giovani.

Stiamo dunque attraversando una stagione di profondi (e non del tutto positivi) cambiamenti?

“Indubbiamente sì, ma non necessariamente si tratta di cambiamenti in peggio” dice don Luigi Pisoni: “Io non sono affatto pessimista e credo che non si debba restare ancorati ai vecchi schemi della pastorale giovanile e dunque degli oratori – spiega – oggi sono mutate le esigenze e le abitudini delle famiglie e questo è un dato di fatto innegabile di cui non si può non tener conto. Si pensi, ad esempio, ai figli di genitori separati che trascorrono un fine settimana con la mamma e uno con il papà, che spesso risiedono in rioni o città diverse, quindi in parrocchie diverse. Non possiamo quindi chiedere che la domenica sia un appuntamento fisso con l’oratorio perché sarebbe impraticabile sia per i genitori che per i figli. L’oratorio della domenica non esiste più se lo consideriamo con gli schemi del passato”.

“Ma non solo – prosegue don Luigi Pisoni – si pensi solo a come sono diverse le tradizioni in altre regioni d’Italia, ad esempio quelle al Sud, dove la pastorale giovanile viene portata avanti in modo virtuoso ad esempio dalle associazioni cattoliche e dove l’oratorio non ha mai avuto un ruolo centrale come invece lo ha avuto nella nostra diocesi o nelle diocesi del Nord Italia”.

Come vede l’evoluzione del mondo cattolico giovanile?

“Ogni stagione ha avuto le sue difficoltà e i suoi problemi. Certo, stiamo vivendo una stagione di cambiamenti, ma io ho una visone ottimistica. Nei nostri oratori vedo una buona presenza di laici adulti, una buona presenza di giovani e di ragazzi che seguono il percorso della catechesi per i sacramenti” spiega il parroco della Comunità di Crenna e Moriggia. “Il mondo cattolico gallaratese è molto vivace rispetto ad altre realtà dove sono stato presente come sacerdote. Certo, si può sempre migliorare ma rispetto ad altre esperienze che ho avuto modo di vivere, direi che le nostre realtà cattoliche sono salde”.

Però è innegabile un allontanamento generale del mondo giovanile dalla vita delle comunità cristiane. E non ci riferiamo a Crenna e Moriggia bensì alla situazione generale.

“La pastorale giovanile cioè l’impegno di noi sacerdoti e dei laici educatori a favore dei giovani, ci chiede oggi di ‘stare’ con i giovani cioè di smetterla di preoccuparci per loro e di cominciare, invece, ad occuparci di loro. E’ da qui che bisogna ripartire”.

Cosa ne pensa del costante calo dei matrimoni cristiani? E più in generale dei matrimoni?

“Ai corsi per fidanzati incontro giovani coppie molto motivate. Certo, sono meno rispetto al passato, ma i giovani che scelgono il matrimonio cristiano sono davvero convinti. Ho notato una cosa: che la maggior parte di loro porta con sé le esperienze vissute in oratorio, negli anni passati. E questo conferma che dobbiamo occuparci, più che mai, dei nostri ragazzi e continuare a trasmettere loro quei valori che ci caratterizzano, tenendo però conto delle mutate condizioni sociali e familiari”.