Crisi Altasfera a Busto, stipendi in ritardo e futuro incerto per 31 dipendenti

BUSTO ARSIZIO – Alla fine di ottobre erano scesi in strada in presidio per protestare contro i ritardi nei pagamenti degli stipendi e gli arretrati mai ricevuti, all’inizio del 2021 sono rimaste poche speranze per i 31 dipendenti del cash&carry Altasfera di Busto Arsizio, in corso Sempione a Beata Giuliana. «La situazione non è cambiata molto, ed è ancora molto critica – ammette Carmen Ventre, sindacalista della Filcams-Cgil – stiamo aspettando di capire quale sarà il futuro della società, se andrà in porto la trattativa in corso per l’acquisizione o se finirà in tribunale per una procedura di concordato».

La situazione

Sono quasi 200 in tutto il Nord Italia i dipendenti del Gruppo L’Alco, che detiene una serie di punti vendita del brand Altasfera, tra cui l’ex Ondamarket di Busto Arsizio, che da mesi ormai, dal primo lockdown, stanno subendo le conseguenze della crisi aziendale. Accentuata dall’emergenza sanitaria, che ha provocato il tracollo degli accessi al cash&carry da parte dell’utenza specializzata del settore ristorazione e bar. «Stipendi pagati con forti ritardi, arretrati non pagati», ma soprattutto un’incertezza sul futuro che si protrae da troppo tempo. «Le persone sono stanche e lavorano malissimo» rivela la sindacalista. La crisi infatti impatta anche sulla catena dei fornitori: i clienti spesso trovano gli scaffali semivuoti. Un circolo vizioso che sta mettendo a dura prova la pazienza del personale, che lo scorso 31 ottobre aveva organizzato uno sciopero con presidio di fronte a tutte le sedi aziendali di Altasfera, tra cui Busto, dove lavorano 31 persone, attualmente non a pieno regime, visto che c’è una procedura di cassa integrazione aperta.

Il futuro incerto

Il presidio del 31 ottobre ad Altasfera a Busto Arsizio

Il destino del gruppo è appeso ad una trattativa aperta ormai da tempo per l’acquisizione. La società subentrante però ha già messo le mani avanti: anche nel caso in cui l’operazione vada in porto, non potrà riassorbire tutta la forza lavoro e ci saranno degli esuberi. L’alternativa è l’apertura di una procedura di concordato al tribunale fallimentare, sperando che poi si possa aprire una trattativa in presenza di un piano concordatario sostenibile. Dal punto di vista sindacale, l’unica soluzione concretamente prospettabile sarebbe quella di una risoluzione volontaria del rapporto con incentivi all’esodo, ma se l’azienda è in grave difficoltà per pagare gli stipendi, non ci sono le condizioni per fare un accordo su queste basi. Così ai dipendenti, che hanno trascorso un Natale amaro, non resta che aspettare, per capire che sbocco avrà la crisi Altasfera. E quali altri passi compiere.

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