Da Cardano a Sesto, Abdul Jabbar: «La futura moschea? Un passo avanti»

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CARDANO AL CAMPO – La moschea che si realizzerà a Sesto Calende? «Un bel passo avanti per la comunità islamica». Una speranza, per tutti i fedeli di Allah. Che può rendere meno gravosi i tanti ostacoli da affrontare ancora, non ultimo quello di uno spazio nel Gallaratese che possa essere sfruttato per la preghiera non soltanto durante il Ramadan. Abdul Jabbar, presidente dell’associazione Il Faro, guarda al futuro: il suo, dei fedeli della zona e di quelli delle altre aree. Nessuno escluso. Ma ne parla sereno, perché oggi – 2 maggio – è un giorno di festa. Al Ciglione di Cardano al Campo, infatti, oltre 500 musulmani si sono riuniti per celebrare la rottura del digiuno, la Eid al Fitr. Uno dei momenti più sentiti in assoluto, con la preghiera di rito, il Salat al-Fajr, che finalmente torna senza troppe restrizioni. E con tanto di festa.

Il futuro della comunità

Abdul Jabbar, ovviamente, si concentra sulla comunità islamica gallaratese. Ma il piano di una nuova moschea da realizzare a Sesto, non può di certo passare inosservato. Tanto che gioisce per chi, come lui, chiede spazi utili per poter portare avanti le attività religiose. «Un passo avanti», da tempo oggetto di grande attualità sulle sponde del Ticino, che viene osservato con attenzione anche a Gallarate, dove è netta la chiusura dell’amministrazione. In particolare da quando si è dovuto rinunciare a Le Biolle. Dal 2017, la tensostruttura di Cardano ospitava la preghiera serale durante il periodo di Ramadan. E se in questi due anni si è dovuto farne a meno per le norme anti-Covid, ora è il cambio di gestione del centro a impedirlo. Va preso in considerazione, certo. Ma Abdul Jabbar lo vuole affrontare con lo spirito giusto: «Abbiamo ancora tanto tempo per una soluzione (circa 11 mesi, ndr), ci organizzeremo per regolare tutto e fare le dovute richieste». Certo è che non si potrà fare troppo affidamento sulla Nuova Moschea sestese. Per una questione di comodità, più che altro. Vale in particolare per il culto quotidiano: cinque preghiere al giorno, fino a sera, di certo non è affrontabile per chi risiede nel gallaratese. Ad oggi, sfruttano una struttura il venerdì sera in via Monte Nero, a Sciarè.

La preghiera e la festa

Ma oltre alle questioni da risolvere, oggi è un giorno di festa. Bimbi presenti. Ma soprattutto presenti le donne, che l’hanno scorso in molte non sono potute esserci alla preghiera a causa delle restrizioni anti-Covid. Oggi lo stato d’emergenza è cessato. E i fedeli si possono ritrovare senza essere vincolati da obblighi di mascherine e distanziamenti, unendosi non solo spiritualmente in quello che è un rito dalla forte intensità emotiva.

Sorridono, si salutano e ringraziano Allah. E questi umori li raccoglie in un’unica frase Abdul Jabbar: «Ora è molto meglio», ha sottolineato. «Questo è un segno di normalità». Persone provenienti da ogni Paese, come Pakistan, Bangladesh e Marocco. Ma anche Albania, Senegal, Ghana, Benin e Tunisia.

Dopo la preghiera, si è passati al cibo e alla convivialità. Sulla griglia, spiedini di carne a cuocere prima di spostarsi in casa con famiglie e amici per proseguire con i festeggiamenti: un segnale di ritorno alla normalità.

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