Da Gallarate alla Siberia su un’auto d’epoca: l’impresa benefica di Andy e Box

GALLARATE – Una vecchia Fiat 128 gialla del 1973, due amici che si conoscono da tutta la vita, 16mila chilometri da percorrere attraversando 13 paesi, senza assistenza, senza autostrade, senza Google Maps. Il tutto per beneficienza. E’ il Mongol Rally: per alcuni, la più grande avventura motoristica del mondo. Per Andrea e Alessandro, gallaratesi amici sempre, anche qualcosa in più.

Da Praga fino in Russia

Il Mongol Rally è una corsa automobilistica non competitiva che si svolge dal 2004 arrivando a coinvolgere, lo scorso anno, ben 350 team di appassionati di viaggi e moto d’epoca, ma anche di sfide e avventure. Sì perché più che di una gara, dato che non ci sono vincitori, ma solo una partenza, Praga, e un punto d’arrivo, in Siberia, Russia, si tratta di un’esperienza pronta a cambiare le vite di chi vi partecipa. Andrea Lippi e Alessandro Bossi dall’età di cinque anni condividono sogni e passioni: una di queste le auto d’epoca. Il desiderio di partecipare al Mongol Rally è nato dieci anni fa, ma il momento della partenza è arrivato soltanto ora, il prossimo 22 luglio: «Dopo essere stati soccorsi per le conseguenze di un incidente in motorino, raccontavamo all’infermiera, di turno sull’ambulanza, di come saremmo andati in Mongolia su una Fiat 128 vecchia di quasi 50 anni». E’ lei, una 128 color limone, “L’anziana signora in giallo”, a cui i due amici hanno scelto di affidare la loro impresa: «E’ una macchina iconica, negli anni 70 in Italia la avevano quasi tutti. Ed è questa 128 gialla che ha unito noi alle persone che ci stanno aiutando nella preparazione del raid».
Il lavoro è iniziato a ottobre: le regole sono poche (utilizzare un mezzo di massimo 1200 di cilindrata, nessuna assistenza durante il percorso e mille sterline da donare in beneficienza) ma le insidie sono tante. Racconta Andrea: «Il percorso che abbiamo scelto è il più difficile ma anche il più suggestivo, l’antica via della Seta. Contiamo di arrivare in 35 giorni (fine agosto, ndr), percorrendo una media di 400 chilometri al giorno».

 

Speriamo che la 128 non ci lasci nel deserto!

Le insidie? Non c’è un vincitore, certo (ma una finestra d’arrivo compresa tra il 16 agosto e il 16 settembre), ma, oltre alle dogane dove in alcuni Paesi si perde davvero molto tempo, il limite è la macchina stessa: «Parliamo di un modello che quest’anno compie 50 anni. Potrebbe anche rompersi in mezzo al deserto e lasciarci lì!». Scherza Andrea, rivelando il senso tutto goliardico dell’esperienza:«Già solo la preparazione ci sta regalando tanto dal punto di vista umano: il viaggio ci riempirà gli occhi di paesaggi meravigliosi e il cuore del sostegno umano delle persone che ci aiuteranno». Il rally, va ricordato, ha un fine benefico. In questi mesi il lavoro è stato perciò anche quello di trovare gli sponsor per coprire parte delle spese del viaggio ma soprattutto per donare il minimo di mille sterline (1200 euro circa) che andranno a due associazioni, Cool Earth, che protegge le foreste pluviali, e Adiuvare, che in provincia di Varese aiuta bambini e adulti affetti da diabete. Per il resto, la Signora in giallo è pronta, Andrea e Alessandro quasi: il loro viaggio tra  Slovacchia, Ungheria, Romania, Bulgaria, Turchia, Iran,  Turkmenistan, Uzbekistan,  Tagikijstan, Kighizistan, Khazakistan, Russia, Mongolia, per strade impervie e catene montuose è sempre più vicino (e verrà puntualmente documentato sul loro blog). Non resta che fare il tifo per loro – o perlomeno, augurargli un grande in bocca al lupo che arrivi da Gallarate alla Russia.

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