Il dg Porfido: «Il nuovo ospedale non si inventa. Si costruisce giorno per giorno»

BUSTO ARSIZIO – La Pediatria di Gallarate, per tutto il periodo estivo, verrà accorpata a quella di Busto. Ma la riorganizzazione, che pur potrebbe portare in sé qualche disagio, deve essere vista da un altro punto di vista: «Tutto – dice il direttore generale dell’Asst Valle Olona Eugenio Porfido – deve essere percepito nell’ottica di un ospedale unico. L’obiettivo è l’ospedale nuovo, che però non si inventa dal nulla. Ci sono procedure, meccanismi operativi, sistemi che si possono già sperimentare e prova in questo momento». Tanto che il dg parte proprio dall’accorpamento estivo e arriva all’ospedale unico, «perché – dice il dg – quello è l’obiettivo e bisogna iniziare a pensarci adesso. Senza aver paura di cambiare».

Eugenio Porfido, c’è chi sostiene che l’accorpamento estivo della Pediatria di Gallarate con Busto non sarà solo per il periodo delle vacanze, bensì definitivo. Vero? 
«Nessuno la vuole chiudere. In questo momento stiamo lavorando per organizzare l’attività per il periodo estivo, quando cala il lavoro e ci sono le ferie. Se non ci sono intoppi, quindi l’accorpamento di Gallarate con Busto sarà operativo dalla metà di giugno. Però io invito tutti ad affrontare questa situazione non come un sottrarre qualcosa al servizio, bensì come un operare in maniera differente rispetto a come siamo abituati».

Ovvero?
«Mi pare che sul piatto ci sia un ospedale nuovo da costruire. E quindi certi meccanismi operativi non devono essere solo dichiarati, ma anche attuati. E dove questo è possibile, bisogna farlo fin da subito. Perché per avviare una struttura così importante occorre tempo. Non è che una volta realizzato l’edificio, dal giorno dopo, tutto funziona con uno schiocco di dita. La cosa, insomma è un po’ più complessa».

Intanto sull’ospedale unico, o come lei lo definisce “nuovo” si sono fatti passi avanti con Regione Lombardia?
«Certo che sì. Abbiamo preparato un documento preliminare e Regione ci ha chiesto una serie di integrazioni. Il carico della mobilità, ad esempio, rispetto al dimensionamento del nosocomio, ma anche documentazione sulle fonti energetiche che alimenteranno la nuova struttura. Noi poi abbiamo anche inserito un tema che ci è molto caro: il green hospital.

Cosa intende per green hospital?
«Non possiamo non valutare tutte le tematiche legate all’impatto ambientale della struttura, all’utilizzo di fonti energetiche alternative, ma anche allo smaltimento dei rifiuti. Settimana prossima chiudiamo il documento».

Dopo di che cosa succede? 
«La tempistica di massima prevede l’accordo di programma entro quest’anno. Dopo di che si lavorerà allo studio di fattibilità, alla preparazione del bando per la progettazione e alla progettazione esecutiva. Seguirà l’assegnazione dei lavori e il via al cantiere. Se non ci saranno ricorsi o intoppi il nuovo ospedale sarà una realtà tra 8 anni».

E da qui al 2027 che succederà? 
«Lo ripeto, un nuovo ospedale non funziona alla perfezione da un giorno all’altro. Occorre quindi prepararsi. Ciò significa trovare già ora soluzioni che possono agevolare il percorso e aprirsi al nuovo. Il mondo sanitario oggi si sta muovendo verso due direttrici. Una è quella dell’accreditamento della struttura, ma anche del singolo professionista, l’altra è quella dell’equipe itinerante da un presidio all’altro. Entrambe hanno sempre al centro il paziente. Inoltre occorre cambiare, uscire dagli schemi sanitari ai quali siamo abituati».

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