Deportazione della Comerio, il sindaco: «Busto sente le necessità di ricordare»

commemorazione comerio busto

BUSTO ARSIZIO – “Una storia che ci appartiene” e che, come tante altre altre, può continuare a vivere grazie alla memoria. Non di un giorno, ma di ogni giorno. Si è tenuta ieri, sabato 12 gennaio, la cerimonia di commemorazione della deportazione della Comerio.

L’inizio del ricordo è avvenuto davanti al monumento del parco Comerio dove sono state deposte le corone di fiori e a seguire ci sono stati gli interventi istituzionali per ricordare quanto accadde il 10 gennaio 1944, quando alcuni lavoratori della ditta Comerio, Vittorio Arconti, Arturo Cucchetti, Ambrogio Gallazzi, Alvise Mazzon, Giacomo Biancini, Guglielmo Toia e Melchiorre Comerio, colpevoli di aver fomentato uno sciopero, vennero arrestati. Solo Comerio, fratello del titolare della ditta, venne rilasciato, mentre gli altri furono deportati nel campo di sterminio di Mauthausen. Arconti, Gallazzi e Cucchetti non fecero ritorno a casa. Mazzon morì qualche mese dopo la fine del conflitto per gli stenti subiti nel campo. La manifestazione ricorderà anche i lavoratori della Comerio che hanno perso la vita per la libertà, i partigiani Giovanni Ballarati, Luigi Caimi, Rodolfo Mara, Bruno Raimondi e Mario Vago.

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«Sono passati 75 anni ma la città è ancora qui perché avverte la necessità della memoria, della condivisione del ricordo, soprattutto a beneficio dei più giovani», ha detto il sindaco nel suo intervento, il quale ha ricordato anche il momento di commemorazione fatto dagli studenti: «Il grande lavoro fatto con i giovani delle scuole da amministrazione e associazioni devo dire che sta dando ottimi frutti sotto il profilo della partecipazione attiva, attraverso la quale sentire la storia come parte di sé, come conoscenza, ma anche come bagaglio per affrontare il futuro e per continuare a credere che la pace e la democrazia siano condizioni irrinunciabili per ogni essere umano».

Poco prima di aprire le celebrazione al parco Comerio, allo spazio d’arte Carlo Farioli, in via Pellico 15, è stata inaugurata la mostra di tavole a fumetti realizzata da Tiziano Riverso, tratte dalla sceneggiatura di Ernesto Speroni “Una storia che ci appartiene…10 gennaio 1944″. All’inaugurazione erano presenti anche gli assessori Gigi Farioli, Manuela Maffioli e MIriam Arabini.

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