Derivati, Maggioni sfida Antonelli: «Basta silenzi. Le spese legali? Danno erariale»

BUSTO ARSIZIO – Per Maurizio Maggioni, candidato sindaco del centrosinistra a Busto e neo-eletto consigliere comunale, è colpa dell’amministrazione Antonelli se Deutsche Bank ha fatto causa al Comune alla Corte di Londra. «Sono le decisioni dell’amministrazione, mai chiarite nei dettagli, a costituire le condizioni che hanno permesso di agire contro il Comune». Un attacco frontale che arriva a nemmeno dieci giorni dalla conclusione di una campagna elettorale senza troppi spunti di polemica. Ora Maggioni, alla luce della sentenza londinese, chiede «un confronto aperto» sul caso derivati, stigmatizzando «la cortina di silenzi» che l’amministrazione di centrodestra avrebbe creato dietro la riservatezza sulla causa, e lascia intendere che il costo della “battaglia legale”, per Palazzo Gilardoni, è destinato a lievitare: «Le spese legali già attribuite al bilancio comunale, a cui si aggiungerebbero quelle di Deutsche Bank, possono configurarsi come danno erariale. E saranno sicuramente più di 1,2 milioni di euro».

La nota di Maggioni

La sentenza del tribunale londinese in materia di derivati vede soccombente il Comune di Busto Arsizio, chiamato in causa da Deutsche Bank.
Il contratto dovrà essere onorato.
Molti Comuni in Italia avevano sottoscritto contratti di questo tipo con diverse banche o gruppi finanziari e molti hanno successivamente avviato iniziative legali per non corrispondere interessi che negli anni hanno assunto proporzioni insostenibili e ingiustificabili, seppure connessi alla natura dei derivati.
Molti di questi Comuni hanno avviato di loro iniziativa cause che hanno fatto ricorso alla giurisdizione italiana, individuando percorsi che hanno ottenuto risultati positivi, sanciti in definitiva da una sentenza della Corte di Cassazione.
Il caso del Comune di Busto Arsizio è diverso: Deutsche Bank ha chiamato in causa il Comune, presso il Tribunale londinese, quale foro competente, a seguito di decisioni assunte dall’amministrazione Antonelli, che per quanto mai chiarite pubblicamente nei loro dettagli, costituiscono le condizioni che hanno permesso a Deutsche Bank di agire contro il Comune.
La riservatezza richiesta ripetutamente dal sindaco ed argomentata da esigenze di tutela degli interessi comunali nel procedimento giudiziario, si è risolta in una cortina di silenzi che hanno soltanto consentito al precedente consiglio comunale di essere riunito a porte chiuse solo dopo che si sono verificati gli avvenimenti scatenanti la causa da parte di Deutsche Bank.
Considerato che il consiglio comunale è l’organo principale titolare della potestà di indirizzo e di controllo politico amministrativo, pare inopportuno che il sindaco e/o la giunta proseguano in solitaria un percorso che finora si è dimostrato oggettivamente inefficace e che potrebbe proseguire solo dopo un attento e aperto confronto che permetta di verificare quanto avvenuto, come avevano già chiesto in precedenza i gruppi di minoranza.
La sentenza del Tribunale sembra comunque limitarsi a ristabilire i reciproci impegni contrattuali senza determinare nuovi oneri per il Comune. Tuttavia le relative spese legali attribuite già da ora al bilancio comunale, a cui si aggiungerebbero le spese legali di Deutsche Bank, sicuramente ben più di un milione e duecentomila euro, possono configurarsi come danno erariale, conseguenza esclusiva delle scelte risalenti alla responsabilità del sindaco in quanto rappresentante dell’ente e dei dirigenti che le hanno concretamente determinate.

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