Il direttore del carcere di Busto: “Il garante riprenda i colloqui con i detenuti”

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BUSTO ARSIZIO – Incontriamoci, parliamo dei progetti a favore detenuti, dei problemi che ci sono e delle possibili soluzioni. I colloqui però devono riprendere. Sono questi i punti salienti dell’intervento di Orazio Sorrentini, direttore del carcere di Busto Arsizio, il quale torna sulla questione legata all’attività del garante.

La questione sollevata da alcuni operatori della casa circondariale, i quali, in sostanza, hanno chiesto una più assidua presenza in carcere del garante dei detenuti, fa ancora discutere. E questa volta è lo stesso direttore a intervenire. «Premetto che non ho nulla di personale nei confronti di Matteo Tosi, che sta ricoprendo il ruolo di garante, anche se da mesi non incontro e non vedo. Per il ruolo che ricopro però credo sia da parte mia doveroso intervenire per confermare che il problema sollevato esiste. Tale criticità è certamente legata e amplificata dal fatto che le due educatrici di riferimento non ci sono più. Una perché ha raggiunto l’eta della pensione e l’altra per una maternità. E ciò ha creato una situazione delicata. Soprattutto nell’area in cui operavano. Detto questo però credo che una maggior presenza del garante sarebbe stata oltre che opportuna anche molto utile».

Sorrentini precisa: «Attenzione, quando parlo dell’assenza in carcere del garante non voglio certo lasciar intendere che Tosi non stia operando per i detenuti. So che sta portando un progetto. Voglio però far presente che i compiti di questa figura, tra l’altro previsti dalla delibera comunale, sono quelli di vigilare sull’esercizio dei diritti e dei principi dei detenuti e di agevolare la possibilità di partecipazione alla vita sociale dei carcerati stessi. Ed è su questo che ci aspetta lavori in maniera puntuale un garante. Quindi, va bene il progetto del laboratorio, che però ancora non vedo concretizzato. Quello relativo al lavoro però è un elemento fondamentale nella rieducazione del condannato, ma non è l’unico compito e nemmeno il principale di cui si deve occupare il garante». Sorrentini batte il chiodo su questo passaggio, ovvero sui compiti da portare avanti: «Il garante è una delle poche persone che, per legge, può visitare il carcere senza autorizzazione. A sorpresa. Questo è un presupposto importante, fondamentale per verificare che le norme e i principi vengano rispettati».

Nessuno nel carcere di Busto mette in discussione la bontà del progetto legato alla stampa e alle magliette e «nessuno dubita che il garante stia lavorando a questa iniziativa – precisa il direttore – però da chi ricopre questo ruolo è lecito aspettarsi anche altro. Come il dialogo con chi sta in carcere. E’ questo è molto importante per il benessere del detenuto, che si sente ascoltato, compreso e sente di avere un punto di riferimento». Insomma le critiche sono ricolte ai compiti più legati alla quotidianità della vita del carcerato. Problemi forse piccoli, ma che per chi sta dietro le sbarre possono diventare complessi e, senza il giusto supporto, addirittura difficili da risolvere. Questi possono essere il rinnovo della patente, dei documenti di identità, ma anche i colloqui. Passaggio, quest’ultimo, sul quale insiste anche il direttore: «Devono riprendere»

Matteo Tosi, in risposta alle critiche rivolte verso il suo modo di condurre il ruolo di garanzia all’interno del carcere, aveva anche spiegato di aver provato a fare proposte, di averle motivate e sottoposte, ma senza ricevere risposta oppure incassando un parere negativo. Tra questi Tosi fece anche la richiesta di proiettare un docufilm sulle condizioni delle carceri italiane dal titolo “Spes contra spem”. «Si lo ricordo – conclude il Sorrentini – ma il responsabile dell’area educativa non lo ritenne opportuno. In ogni caso, lo ripeto, i compiti di un garante sono altri e sono stabiliti all’interno della delibera».

 

direttore carcere busto – MALPENSA24