Carcere di Busto, polemica sul garante dei detenuti: “C’è, ma non si vede mai”

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BUSTO ARSIZIO – Il garante dei detenuti c’è, ma non si vede. E nemmeno si sente. E’ questa in sintesi la critica che alcuni funzionari e persone che lavorano all’interno del carcere di Busto muovono a Matteo Tosi, ovvero colui che sta ricoprendo questo ruolo.

Situazione complessa

Tutto nasce dalla situazione piuttosto difficile che si sta vivendo nell’area trattamentale del carcere, ovvero quella dove vengono declinati i vari progetti di risocializzazione. Qui negli ultimi mesi, sempre secondo il racconto di chi ci lavora, non sono mancati i problemi. Per lo più legati alla continuità lavorativa degli educatori. Occorre, infatti, ricordare che in questi mesi si sono succeduti differenti educatori, per via di pensionamenti e aspettative. Un turn over che ha minato la possibilità di impostare un’attività a più lungo respiro temporale. Dettaglio non certo secondario quando si opera in contesti delicati come quelli appunto di una casa circondariale.

A gravare poi sulla situazione ci sono anche i numeri. Dei 450 detenuti di via per Cassano, circa 200 sono definitivi, ovvero che hanno già avuto i tre gradi di giudizio. «Ed è proprio in questa situazione di grave difficoltà che ci saremmo aspettati una maggiore e più significativa presenza da parte del garante». Secondo gli operatori un’assenza importante: «In questo modo non abbiamo un punto di riferimento sia per quanto riguarda il lavoro quotidiano, sia per portare avanti istanze e problematiche ai più alti livelli istituzionali del carcere». Insomma in via per Cassano si sarebbero aspettati che in un contesto così difficile Tosi facesse sentire maggiormente la sua presenza e si facesse portavoce dei molti problemi.

La posizione di Tosi

«Sono spiazzato da queste critiche», spiega Tosi. Il quale aggiunge: «Nessuno prima d’ora me le ha mai fatte di persona, se non Luca Cirigliano. Sono però anche contento delle lamentele. Confermano l’importanza di questa figura, indipendentemente dalla mia persona, all’interno del carcere». Il garante poi entra maggiormente in dettaglio rispetto a quanto sta facendo. Tosi, infatti, spiega che la sua non è un’assenza di disinteresse, bensì una differente impostazione dell’attività che intende portare avanti in qualità di garante dei detenuti: «Come detto a inizio del mio mandato, prima di riprendere l’attività dei colloqui personali, il mio obiettivo è dare vita e gambe a un progetto di lavoro. Mi riferisco al laboratorio delle magliette. Da un lato questa iniziativa potrà dare opportunità di lavoro ad alcuni detenuti e dall’altro credo possa contribuire a sensibilizzare l’opinione pubblica e la politica del territorio».

Per quanto riguarda invece il non aver portato le problematiche a livello superiore istituzionali Tosi dice che «si tratta di un vecchio argomento. Sul quale spero di tornare per l’ultima volta. Non è vero che non mi sono fatto portatore delle problematiche. Anzi, ne ho parlato spesso e in differenti sedi. Più di così, sinceramente non saperi cosa fare».

Infine Tosi ricorda: «Sto lavorando, insieme al partito Radicale per portare una delegazione di parlamentari e di politici del territorio, compresi gli amministratori all’interno del carcere di Busto. Questo perché penso sia un modo forte per far emergere tutti i problemi. D’altro canto, ricordo che le mie dimissioni da consigliere comunale erano anche dovute al fatto che l’amministrazione di Busto, a fronte ad alcune mie richieste, già avanzate anche dal mio predecessore, per poter svolgere al meglio il mio compito di garante, si è dimostrata poco attenta».

 

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