Dopo la maglia iridata nel ciclocross Van Der Poel pensa alle grandi classiche

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Ostenda ha assegnato la maglia iridata 2021 nel ciclocross e Mathieu van der Poel ha conquistato il suo quarto titolo iridato (il terzo di fila). Il suo è stato un dominio assoluto, nonostante la caduta nella parte iniziale, quado stava inseguendo Van Aert che era partito subito molto forte.

«Sicuramente sono stato fortunato che Wout abbia forato, non so se altrimenti sarei riuscito a rientrare – ha detto Van der Poel -. Certamente la corsa non era stata decisa in quel momento, come del resto non era stata decisa quando sono caduto anche io».

E ancora: «Quando sono caduto, non mi sono lasciato vincere dal momento e sono migliorato giro dopo giro e ho saputo gestire il percorso sempre meglio. Con il passare dei giri mi sono sentito sempre più padrone della corsa».

Una corsa difficile dove le insidie erano nascoste in ogni tratto del percorso, fatto di sabbia, erba, con terra bagnata e perdere il controllo della bici non era difficile e i due campioni hanno dovuto prestare attenzione al tipo di solco da seguire.

«Van Aert ha fatto una partenza migliore della mia e poi sono caduto ed ho dovuto inseguire. Ho sbagliato a prendere la traccia da seguire ed alcune erano particolarmente profonde. Van Aert ha scelto una buona strada e io sono rimasto bloccato. Sono stato costretto ad inseguire in un momento in cui avrei preferito non farlo».

Van der Poel ha portato a casa il suo quarto titolo mondiale, è felice, ma non è stata una corsa come le altre. Nei giorni passati c’era tanta incertezza e nessuno sapeva se questo Mondiale ci sarebbe stato. I corridori sono arrivati soli e nello stesso modo torneranno a casa. Anche il pubblico è mancato e le uniche voci lungo il percorso di gara erano quelle degli addetti ai lavori.

«Sono felicissimo di questo risultato, ma allo stesso tempo devo dire che è arrivato in un modo strano. E’ stato tutto molto particolare, sono rimasto a casa fino alla fine e solo all’ultimo sono venuto qui. Non c’è nessuno della mia famiglia e non è normale per me. Non sembra un Mondiale ma nemmeno una corsa qualunque. Ovviamente sono molto contento del mio risultato, ma si sente che c’è una situazione diversa».

Van der Poel è stato onesto riguardo la sua corsa e ammette che nella seconda parte è andato molto meglio. Ha corso vicino al mare e scherzando ha ammesso di averlo fatto per rinfrescarsi. «Sapendo che correvamo con il freddo avevo deciso che sotto i 5 gradi avrei corso con gli scaldamuscoli. Il vento anche era gelido e il mio telefono indicava che soffiava con una temperatura di -4 gradi. Ho corso consapevolmente vicino al mare per rinfrescarmi, anche se onestamente lo preferisco più caldo».

Dopo il quarto titolo mondiale nel ciclocross, Van der Poel guarda ora alla stagione su strada, dove vuole ottenere importanti risultati, in particolare nelle Classiche. « Non vedo l’ora che arrivi la Parigi-Roubaix, perché per me sarà la mia prima volta in questa straordinaria corsa e spero di fare un risultato importante. Avrò adesso qualche giorno di riposo e poi tornerò a lavorare con la bici da strada: la mia prima corsa sarà negli Emirati Arabi e cercherò di ritrovare le sensazioni per questa stagione».

Alle spalle di Van der Poel, argento quindi per Van Aert e bronzo per l’altro belga Aerts, lontanissimi gli italiani. Merita invece un applauso Francesca Baroni della Selle Italia Guerciotti che nella prova riservata alle Under 23 ha colto un ottimo quinto posto. Un piccolo lampo azzurro in una edizione dei mondiali dominata dall’Olanda che ha vinto quattro titoli su quattro. I tulipani sono i maestri, l’Italia in questo settore pedala molto, molto lontano dai vertici.

Articolo a cura della redazione di Tuttobiciweb

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