Franco Gabrielli consigliere del premier Draghi su 007 e nuove tensioni sociali

Fabrizio Iseni, presidente della Fondazione Iseni y Nervi , con il Capo della Polizia Franco Gabrielli durante le premiazioni dell'8° Edizione delle Giornate Cardiologiche del Centro Cuore Milano Malpensa nell'ottobre del 2019

Non è stata una scelta facile, dominata da veti reciproci e dal pressing dei partiti dell’ampia maggioranza che sostiene il governo Draghi. Alla fine, la nutrita pattuglia dei sottosegretari (19 sono donne) è stata varata. Una squadra di 39 persone, quasi tutti politici: 11 del Movimento 5 stelle, 9 della Lega, 6 del Pd, 6 di FI, 2 di Iv, uno di Leu, uno di Noi con l’Italia, uno di +Europa, uno di Centro democratico.

Non ci sono varesini (in corsa per il ministero dell’Interno c’era il leghista Stefano Candiani; al suo posto l’ha spuntata Nicola Molteni, inviso però al Pd che ha dovuto poi fare buon viso a cattiva sorte. C’è, fra i cosiddetti tecnici, un nome di prestigio, quello del Capo della polizia Franco Gabrielli che lascia il suo posto per occuparsi di servizi segreti e, attenzione, di una nuova delega: la sicurezza del Paese. Un doppio incarico che, evidentemente, non nasce a caso. Gabrielli (insignito nell’ottobre del 2019 del premio della solidarietà della Fondazione Iseni y Nervi, durante il congresso medico di Orta San Giulio) è un “uomo dello Stato” . Il premier Mario Draghi l’ha voluto con sé a Palazzo Chigi per gestire il delicato e complesso mondo degli 007, ma anche per occuparsi dei rischi di turbolenze sociali legati alla diffusione del coronavirus e dei suoi effetti nel tessuto sociale.

La gestione degli 007

Il nuovo cambio di poltrona lo riporta al vertice dell’intelligence, dove era già stato nella seconda metà del primo decennio del Duemila; nel contempo lo colloca a fianco del capo del governo per gestire eventuali emergenze, da non riferire in esclusiva alle competenze della Protezione civile, che il prefetto Gabrielli aveva guidato in passato, prima di diventare Capo della polizia. Per dirla in un altro modo, la delega alla sicurezza del Paese è contingente all’attuale situazione di difficoltà determinata dalla pandemia. Uno dei primi incontri avuti dal premier dopo la sua nomina a Palazzo Chigi è stato proprio con il nuovo sottosegretario ai servizi. Secondo indiscrezioni di stampa, i due hanno discusso di temi e problemi da riferire alla sicurezza e all’ordine pubblico, in relazione alle possibili tensioni sociali. Questioni prioritarie in tempi di crisi sanitaria ed economica.

I nuovi sottosegretari

Per tornare ai sottosegretari, la lista è così composta: come sottosegretari alla presidenza del Consiglio Deborah Bergamini, Simona Malpezzi (rapporti con il Parlamento), Dalila Nesci (Sud e coesione territoriale), Assuntela Messina (innovazione tecnologica e transizione digitale), Vincenzo Amendola (affari europei), Giuseppe Moles (informazione ed editoria), Bruno Tabacci (coordinamento della politica economica), Franco Gabrielli (sicurezza della Repubblica). Al ministero degli Esteri, Marina Sereni (viceministro) e Manlio Di Stefano e Benedetto Della Vedova. All’Interno i sottosegretari sono: Nicola Molteni, Ivan Scalfarotto, Carlo Sibilia. Alla Giustizia vanno Anna Macina e Francesco Paolo Sisto. Alla difesa Giorgio Mule’ e Stefania Pucciarelli. Sottosegretari all’Economia Laura Castelli (viceministro), Claudio Durigon,

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