A Viggiù spunta una variante sconosciuta. Al via le vaccinazioni di massa sui cittadini

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VARESE – Il virus torna a correre in provincia di Varese. E a preoccupare non c’è solo Viggiù. Dove le analisi hanno permesso di tratteggiare un quadro delle varianti Covid presenti nel paese al confine con la Svizzera. E tra queste ne è spuntata una a oggi ancora sconosciuta. Ma il caso Viggiù può diventare “scuola” per come affrontare il virus anche a livello nazionale nelle prossime settimane.

Viggiù un caso unico

A fare il punto della situazione su Viggiù è stato il direttore sanitario di Ats Insubria Giuseppe Catanoso: «A oggi in Italia non si registrano altre situazioni simili a Viggiù. E’ però vero che Viggiù è in piccolo il modello di come ci si dovrà muovere su scala nazionale. E’ chiaro che il virus non scomparirà. L’obiettivo quindi è arrivare a gestire il Covid come si fa da anni con l’influenza».

E ancora: «Sul caso particolare ci siamo mossi subito per contenere la diffusione, con tutta una serie di criticità. Per quanto riguarda quindi Viggiù, l’aumento dell’incidenza dei contagi ci ha indotto, anche per via della presenza massiccia di una variante, a effettuare uno screening di massa. Abbiamo tamponato quasi 4 mila persone, trovando 90 soggetti positivi».

La variante sconosciuta

Lo screening di massa, anche grazie al supporto del laboratorio dell’Asst Sette laghi diretto dal professor Maggi, ha permesso di elaborare un punto dettagliato sui contagi. E attraverso il sequenziamento è stato possibile individuare a Viggiù la presenza di  3 varianti inglesi, 13 scozzesi, 7 casi originari e 5 di una variante non conosciuta. Ci sono poi 58 casi a bassa carica virale e non sequenziabli e 4 casi ancora in fase di studio. «Sono numeri bassi poiché il bacino interessato è ridotto a un piccolo comune – ha detto Catanoso – e per questo lavorare sul contenimento è fondamentale per non far aumentare i casi. Se poi guardiamo i dati con attenzione, vediamo che ci sono 58 casi non sequenziabili e tra questi ci può essere di tutto. Accanto ai numeri poi occorre dire che la situazione clinica dei cittadini di Viggiù è comunque tranquilla e in questo momento sotto controllo».

Vaccinazione di massa

E’ chiaro che il quadro di Viggiù è disomogeneo rispetto alla presenza del virus. «Ed è per questo che, alla luce dello screening, abbiamo deciso di intervenire subito con la vaccinazione di massa sulla popolazione viggiutese».

A partire da sabato mattina (27 febbraio) con gli over 80 non ancora vaccinati. E sempre sabato inizieranno le chiamate per i cittadini di età compresa tra gli 80 e i 65 anni. Da lunedì invece verranno chiamati quelli di età tra i 18 e i 65. Due i vaccini che verranno somministrati: il Moderna dai 65 anni in su e per i più giovani con patologie. Sugli altri verrà utilizzato l’AstraZeneca. Ats Insubria, nel frattempo, con il supporto dell’amministrazione e della protezione civile sta allestendo il punto vaccinale nella scuola media di Viggiù. Qui saranno operative 5 linee vaccinali e si partirà con 400 chiamate al giorno per entrare a regime da lunedì con 700 chiamate al giorno e riuscire a chiudere la vaccinazione di massa nel giro di 6 giorni.

Il punto della situazione in provincia

Viggiù, ma non solo. Negli ultimi sette giorni in provincia di Varese si è registrato un balzo dei contagi. Una crescita che non è determinata solo dalla situazione di Viggiù. Altro fronte di preoccupazione restano le scuole, dove i numeri di contagi, quarantene e isolamenti preventivi sono sempre alti. «Anche se – ha concluso il direttore sanitario Catanoso con una nota di speranza – i continui appelli ai giovani al rispetto delle regole base per proteggersi dal virus iniziano a essere ascoltati. E sono sempre validi. Il virus, infatti, lo possiamo contenere con i vaccini, ma anche con il continuo rispetto delle norme e l’uso delle mascherine».