E’ giallo sulle luminarie spente a Busto. E c’è chi crede a un attacco politico

busto luminarie spente

 BUSTO ARSIZIO – Chi ha fatto l’esposto? Un cittadino? Un politico bustocco? E vero che c’è il ricorso di una ditta che ha partecipato al bando e non l’ha vinto? E le certificazioni? E c’è perfino chi, tra tanti dubbi, ha una certezza: “E’ un vero e proprio sabotaggio politico“. Nei confronti di chi?, viene da chiedersi. Forse per colpire Babbo Natale.

Insomma sulle luminarie spente è scoppiato un vero e proprio giallo a Busto Arsizio. E le domande sopra riportate sono quelle che circolano sulle pagine Facebook dedicate alla città, nei corridoi di Palazzo Gilardoni, sulle chat politiche e perfino nei bar cittadini, dove la notizia arriva direttamente dagli smartphone di qualche cliente che mostra agli amici di caffè l’articolo pubblicato da Malpensa24.

Alta tensione

Dopo il caso degli allacci delle lucine fatti non esattamente a regola d’arte, le luminarie natalizie della città, che ieri sono state spente su ordine del Comune, sono diventate un argomento ad alta tensione. Il caso ha scatenato un dibattito, non solo social e non solo sui social, dove si sono dati battaglia tanti cittadini e pochi elettricisti. Ognuno portando la sua versione dei fatti, ma quasi tutti concordi sulla brutta figura fatta. Anche nei confronti di Como, città verso la quale è stato lanciato un simpatico “derby” a colpi di eventi natalizi. Che, è giusto riconoscere, in città quest’anno sono davvero tanti e di qualità. Sulle lucine, però, rispetto ai comaschi, Busto ha fatto autogol.

Luci spente e cerino acceso

Al momento le cose certe sono: la segnalazione degli allacci non a norma, i controlli di carabinieri e vigili del fuoco, il black imposto a tutto l’ambaradan luminoso e… lo scaricabarile. Già perché nel buio generale, che ieri sera, martedì 3 dicembre, è calato sui fili di luce pendenti dall’alto, bene o male tutti si sono dileguati. In Comune mettono le mani avanti: “Noi non sappiamo nulla. Abbiamo solo dato l’ok per allacciarsi alla linea”; in Agesp Attività Strumentali l’amministratore unico Alessandro Della Marra non risponde perché impegnato in una lunga riunione fino al primo pomeriggio. Facile immaginare che tra i vari uffici stia girando il cerino acceso. Che rimarrà certamente in mano a qualcuno.

Intanto però nessuno riesce a dare uno straccio di spiegazione, a fare chiarezza se, come si vocifera, c’è o non c’è un ricorso sull’assegnazione dell’appalto e, alla luce del danno, chi ci mette una pezza: la ditta che ha eseguito i lavori e che ieri davano già impegnata in un’altra parte d’Italia a piazzare luci oppure altri.

L’ipotesi dell’attacco politico

Da non credere ma gira anche questa versione. Tesi che viene illustrata con una serie di precisazioni tecniche sull’alta e la media tensione. Dopo di che, la breve dissertazione elettrica vira di colpo sulla politica. E sulla base dell’altezza in cui sono posti gli allacci sotto accusa, il cittadino (che trova anche proseliti) conclude sostenendo che il tutto si spiega, non con il lavoro fatto “alla carlona”, bensì con la volontà di portare un attacco politico per screditare l’amministrazione. E per fortuna sono le luci di Natale e non gli scherzi di carnevale.

Colpa della fretta. Si lavora per riaccenderle

L’unica che si prende la responsabilità di abbozzare una risposta è l’assessore Paola Magugliani, la quale ha seguito la procedura, ma non la fase di esecuzione dei lavori dal momento che quella che era una sua delega è passata, in fase di rimpasto, nelle mani del primo cittadino “in cambio” del Bilancio. «Le luminarie sono state montate nei giorni in cui pioveva molto – dice – forse la fretta di finire in tempo i lavori per l’accensione ha fatto sì che qualche allaccio sia stato realizzato alla bell’e meglio. Ad ogni modo già oggi gli addetti stanno controllando a tappeto tutti gli allacci e le luminarie. Che dovremmo riaccendere già nei prossimi giorni». E infine l’assessore spiega che il black out generale è stato imposto solo per una questione di sicurezza.

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