VARESE – Proseguono sulla vetta del Campo dei Fiori gli interventi forestali che hanno l’obiettivo di recuperare gli ecosistemi duramente colpiti da incendio prima e tempesta di vento poi. A fare il punto sui lavori in corso è l’ente Parco, che illustra le molteplici finalità di un progetto che è stato premiato a livello nazionale.
Primi in Italia
L’area interessata è quella del sentiero 1 (le zone colorate in arancione nella mappa sotto). Il Parco Campo dei Fiori ha predisposto un progetto partecipando a un bando indetto dal Ministero dell’Ambiente, risultando primo nella graduatoria a livello italiano. Il progetto è stato redatto attraverso un attento rilievo fitosociologico (cioè si mettono in evidenza i rapporti quali-quantitativi con cui le piante tendono ad occupare lo spazio, geografico ed ecologico, di un determinato territorio, in equilibrio dinamico con tutti i fattori ambientali, abiotici e biotici, che lo caratterizzano) nella porzione che era stata percorsa dall’incendio e che poi è anche stata colpita dalla tempesta Alex.
Le caratteristiche dell’area
Questo versante del Parco è formato da rocce calcari stratificate e presenta suoli poco profondi. Prima dei vari eventi calamitosi il soprassuolo era composto da residui di impianti artificiali composte da pecceta, che è una specie esotica, cioè non propria del territorio prealpino. Questa inoltre è un’area molto frequentata da ungulati selvatici, soprattutto da caprioli e cervi che trovavano sia zone di rifugio che di foraggiamento, perché erano favoriti dall’alternanza di macchie boschive e di radure con vegetazione erbacea. I lavori sono in corso, con il sentiero 1 che resta accessibile solo nel weekend, e sono improntati all’accelerazione e al recupero degli ecosistemi, sperando anche nel meteo visto che la siccità influisce moltissimo sulle ripiantumazioni.
Le azioni e le finalità del progetto
- Taglio delle piante morte e pericolose al fine anche di ridurre il rischio incendi (le aree con conifere sono risultate quelle più devastate dall’incendio)
- Evitare l’accelerazione nell’acidificazione dei suoli naturalmente calcarei e quindi l’alterazione delle naturali condizioni ecologiche, favorendo la flora locale e cercando di contrastare le specie invasive
- Accelerare il recupero di formazioni forestali stabili di tipo climacico (faggeta)
- Stabilizzare i versanti e ridurre il rischio idro-geologico
- Ricavare zone di rifugio per gli ungulati selvatici
- Aumentare il serbatoio di CO2
- Riqualificare il paesaggio e quindi anche gli aspetti estetico-ricreativi
- Realizzare radure forestali