ELEZIONI AMERICANE 2020 Comincia il countdown: il punto a 4 giorni dal voto

Il countdown è iniziato ormai mancano solo quattro giorni al tre di novembre, il giorno in cui formalmente gli americani andranno alle urne per confermare Trump o per promuovere Joe Biden. Come detto si vota il 3 novembre, ma oltre 70 milioni di americani, compreso Donald Trump hanno già votato. Seggi aperti dunque in moltissimi Stati, oltre ad un crescente numero di voti inviati per posta.

Ed è questo il primo dato da tenere in considerazione, 70 milioni di americani hanno già votato, un numero che equivale alla metà degli elettori totali del 2016 che decretarono la vittoria del magnate newyorkese. Numeri che se letti in termini politici, potrebbe, per ora, favorire lo sfidante Joe Biden, infatti i sondaggi e i dati raccolti raccontano di un massiccio voto democratico per posta.

E’ su questi dati che Trump sta concentrando la sua campagna elettorale degli ultimi giorni, mobilitando decine di migliaia di persone, esortando ad andare a votare ai seggi. Secondo alcuni membri dello staff di Trump, le voci di un vantaggio, nel voto anticipato, di Biden, non ha fatto altro che aumentare l’entusiasmo e la voglia di votare di migliaia di americani che non vogliono il democratico come presidente. Dati, voci ed indiscrezioni che nella notte tra il 3 e 4 novembre scopriremo quanto fossero effettivamente fondate.

A ciò si aggiunga il covid e un ventilato lockdown da parte di Joe Biden qualora diventasse presidente, che potrebbe alimentare il voto in favore di Trump negli stati della “cintura della ruggine” dove il mondo operaio chiede certezze su lavoro ed economia.

Cosa dicono i numeri?

Se dovessimo basarci solo sui dati numerici forniti dai sondaggi potremmo dire, con un buon margine di certezza, che il 46° presidente degli Stati Uniti sarà Joe Biden. Che parte con un importante base elettorale di circa 226 grandi elettori, salvo ovviamente clamorose sorprese, mancherebbero solo 44 grandi elettori alla vittoria, e secondo i sondaggi Biden è in vantaggio in Wisconsin, Michigan e Pennsylvania. Vincendo in questi tre Stati Biden è presidente, perciò l’ex vice presidente di Obama potrebbe addirittura permettersi di perdere in North Carolina (15 grandi elettori) e Florida e fare perciò a meno dei 29 grandi elettori che lo Stato del Sole mette in pallio.

Sono ormai mesi che tutti lo dicono: «Biden può percorrere più strade per raggiungere la presidenza». A maggior ragione con i numeri forniti dai sondaggi; infatti se venissero confermati i dati di Michigan e Wisconsin per Biden la presidenza sarebbe davvero ad un passo, vincendo anche in Pennsylvania, suo paese natale, avrebbe vinto.

Per Trump la strada è invece, sempre secondo i dati forniti dai sondaggi, molto più ripida. Il Tycoon, in primo luogo, deve confermare alcuni Stati in cui stravinse nel 2016, primo fra tutti il Texas, Iowa e Georgia che messi insieme portano in dota ben 60 grandi elettori. Se Trump conferma questi 3 Stati mancherebbero circa 84 grandi elettori per raggiungere la soglia dei 270. E qui che i sondaggi sembrerebbero voltare le spalle a Trump. Infatti, la strada per rimanere inquilino della Casa Bianca passa dalle vittorie in Florida (29 grandi elettori) e North Carolina (15) alle quali deve aggiungersi l’Ohio (18). Con la conquista di questi 3 Swing State Trump sarebbe vicino, ma non vicinissimo alla vittoria con circa 248 grandi elettori conquistati, ed qui che entrano in gioco l’Arizona e Pennsylvania.

Se, come più volte detto, Wisconsin e Michigan vedono un vantaggio rassicurante per Biden, salvo clamorose sorprese come accadde nel 2016, secondo i sondaggi è più verosimile che il testa a testa si verifichi in Arizona e Pennsylvania. Gli ultimi sondaggi vedono Trump in grande risalita, specialmente in Arizona dove è addirittura avanti a Biden, mentre in Pennsylvania la partita è davvero molto serrata con un leggero margine in favore del democratico.

In estrema sintesi per Trump servirebbe davvero la “combo perfetta”. Secondo questi ultimi sondaggi, il Tycoon non può permettersi di sbagliare quasi niente, va ricordato che rispetto al 2016 la situazione è sovrapponibile, ma non identica. Infatti Trump aveva più certezze elettorali, specialmente negli Stati del sud, mentre oggi la platea degli Swing State sembra essersi allargata in sfavore dei repubblicani con Stati come la Georgia e Arizona che rischiano di voltare le spalle ai repubblicani. Resterà da vedere se Trump è riuscito a far breccia in Minnesota e Nevada, due Stati che fino a qualche settimana fa sembravano saldamente in campo democratico. Una vittoria nel democratico Minnesota  (10 grandi elettori) potrebbe cambiare gli scenari, a maggior ragione se Trump dovesse vincere sia in Minnesota che Nevada, allora tutto sarebbe da rimettere in discussione.

Non va dimenticato, che c’è un sottile e crescente scetticismo in campo democratico, sull’affidabilità di questi numeri, in quanto spesso il campione selezionato per la realizzazione dei sondaggi viene falsato dalla reticenza degli intervistati che fanno parte di quel mondo repubblicano definitivo “tiepido” che non ama partecipare alle interviste telefoniche e non ama dichiarare le proprie intenzioni di voto. Specialmente quando vanno in favore di Trump, ed è così, secondo molti repubblicani, che si spiegherebbe il vantaggio di Biden in alcuni Swing State.

Quando sapremo chi ha vinto?

Questa è l’ultima grande domanda che tutti si pongono. Il massiccio voto per posta potrebbe in alcuni Stati a ritardare l’esito elettorale nei giorni successivi, alimentando sospetti, accuse, e magari anche gravi disordini. Certamente si dovranno tenere d’occhio alcuni indicatori che emergeranno nella notte elettorale. Questi: all’una di notte, ora italiana, usciranno i dati del voto in Georgia. Qui una vittoria di Biden potrebbe già segnare la corsa elettorale in maniera decisiva in favore dei democratici, mentre una vittoria larga di Trump potrebbe essere un buon segnale per una generale tenuta del Gop negli Stati del Sud. Mezz’ora più tardi usciranno i dati di due Swing State: Ohio, North Carolina. Una vittoria democratica anche in uno dei due Stati potrebbe già chiudere la partita in favore di Biden, mentre una doppia vittoria di Trump potrebbe far scattare l’allarme in casa democratica. Alle due del mattino sapremo i risultati del Texas e Pennsylvania. Dati che ovviamente, anche alla luce dei risultati usciti in precedenza potrebbero dirci con buona probabilità chi sarà il prossimo inquilino della Casa Bianca. Seguiranno nella notte i dati e le proiezioni che crediamo potranno dare un’indicazione piuttosto chiara del risultato elettorale.

Ovviamente mai come quest’anno il rischio che ci vorranno giorni per avere i dati certi è un fattore da tenere in considerazione, ma nella tanto attesa notte elettorale i copiosi dati che ci arriveranno e l’analisi del voto, contea per contea e Stato per Stato, potranno aiutarci a decretare con un buon margine di certezza chi sarà il prossimo presidente degli Stati Uniti, senza dimenticare la serratissima sfida del Senato che vede i democratici insidiare la maggioranza repubblicana. Allora mettiamoci comodi, prepariamo un buon caffè, perché sarà una lunga notte elettorale.

Giacomo Iametti

Lo speciale Elezioni Americane 2020 ci accompagnerà fino al prossimo 3 novembre, giorno delle 59esime elezioni presidenziali nella storia degli Stati Uniti. Si tratta di un appuntamento settimanale a cura di Giacomo Iametti e Simone Cecere, creatori della pagina Instagram Elezioni Americane 2020 (CLICCA QUI per accedere), una striscia quotidiana di poco più di un minuto in cui, attraverso Stories, sondaggi, grafici e approfondimenti, viene raccontato tutto ciò che succede Oltreoceano nella corsa alla Casa Bianca.

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