ELEZIONI AMERICANE 2020 Il punto dei due candidati per la corsa alla presidenza

elezioni americane 2020

Mancano circa 40 giorni al voto, e Donald Trump in questo week end scioglierà le riserve sul nome del prossimo Giudice della Corte Suprema.
Nonostante la levata di scudi dei democratici, Trump e i repubblicani hanno tirato dritto, il nuovo Giudice sarà Amy Barrett, 48 anni nata a New Orleans, madre di 7 figli, conservatrice e cattolica. Con la nomina del Giudice Barrett, di fatto, Trump sposta definitivamente gli equilibri della Corte Suprema, 6 a 3 per i conservatori, così facendo, accusano i democratici, anche un’eventuale presidenza Biden sarebbe certamente imbrigliata dalle decisioni della Corte Suprema. La morte del Giudice liberal Ginsburg ha certamente complicato i piani dei democratici, che comunque restano in vantaggio nella maggioranza degli Stati chiave.

A che punto siamo?

Giocando con la mappa degli Stati Uniti, proviamo ora a capire a che punto sono i due candidati alla Presidenza e quanti “grandi elettori “possono dire di aver già sicuri. Un po’ come il Risiko, ogni concorrente può vantare all’inizio del gioco una serie di Stati dal quale partire per poter vincere. Ebbene come stanno i nostri due avversari?

Donald Trump

Il Tycoon parte, come gran parte dei suoi predecessori repubblicani, da uno zoccolo duro che è rappresentato dai cosiddetti Stati Uniti meridionali.
Trump non avrà problemi a conquistare i grandi elettori di Tennessee (11), Alabama (9), Mississippi (6), Arkansas (6), West Virginia (5) Louisiana (8), Oklahoma (7) e Kentucky (8), per un totale di 60 grandi elettori praticamente certi.
A questi Stati del sud, Trump, salvo clamorose sorprese, dovrebbe aggiungere i grandi elettori di South Carolina (9) e i decisivi voti della Georgia (16) e del gigantesco e popoloso Stato del Texas che da solo conta quasi la metà di tutti i grandi elettori degli Stati del sud (38).
Solo da questi dati si comprende l’importanza e la centralità di Texas e Georgia, due Stati che per molti mesi sono stati messi nel mirino dei democratici, ma i sondaggi dell’ultimo mese sembrano aver virato in favore del Presidente; con Texas, Georgia e South Carolina, Trump sarebbe già a metà dell’opera con 123 su i 270 grandi elettori necessari per vincere la Presidenza.
Agli Stati del sud, Trump può certamente contare sulla fedeltà di alcuni Stati conservatori del nord America, North Dakota (3) e South Dakota (3) che insieme portano in dote 6 grandi elettori, ai quali si devono aggiungere i voti dei cowboy e allevatori del Wyoming (3) e del grande Stato del Montana (3), oltre ai voti dello Stato dell’Idaho (4) incastonato nelle Montagne Rocciose. A questo gruppo di Stati va anche aggiunto lo Utah (6), dove la potente comunità mormone vota compatta per i conservatori. Questi Stati raggranellano insieme 22 grandi elettori. Pertanto il totale di voti sicuri per Trump sale a quota 145.
Altri Stati convintamente vicini al Presidente si trovano nella grande area del midwest. Partendo da ovest troviamo Nebraska (5), Kansas (6), Missouri (10) e Indiana (11), per un totale di altri 32 voti utilissimi alla corsa alla Casa Bianca.
Trump arriva così a 177 grandi elettori ai quali si aggiungono i 3 voti che provengono dalla selvaggia Alaska (3), 180 voti praticamente sicuri. Per vincere ne mancano 90.

Joe Biden

L’ex vice presidente di Barack Obama, come nella migliore tradizione democratica, parte con pacchetto di voti più ampio rispetto a quello di qualsiasi candidato repubblicano. Fu così anche per Hilary Clinton 4 anni fa. E’ risaputo che le coste pacifica ed atlantica degli Stati Uniti sono, ormai da decenni, un consolidato dominio democratico.
I tre Stati che sia affacciano sull’oceano pacifico, Washington (12), Oregon (7) e California (55) portano il pallottoliere democratico a segnare un + 74 a Joe Biden. Facendo un volo di 3 mila miglia da San Francisco a New York, Biden trova l’altro immenso bacino di voti democratici. La costa est e le grandi metropoli sono l’altro caposaldo democratico, gli Stati di New York (29), New Jersey (14), Rhode Island (4), Virginia (13), Connecticut (7), Massachusetts (11), Maryland (10), portano altri 88 voti, per un gran totale di 162 grandi elettori. A questi vanno aggiunti i voti del New England, ed in particolare i voti di Vermont (3), e di probabili 3 voti su 4 che assegna il sistema, particolare, dello Stato del Maine, e ai sempre più probabili 3 grandi elettori che assegna il piccolo Stato del New Hampshire, per un totale di altri 9 decisivi voti per Joe Biden.
Cercando qua è la sulla mappa degli States dobbiamo poi aggiungere i voti del Illinois (20), New Mexico (5), Colorado (9), ai quali si potrebbe aggiungere a questa lista, con altro grado di probabilità, il Minnesota (10).
Infine Biden potrà contare sui voti del suo amato Delaware (3),delle Isole Hawaii (4) e del Distretto di Columbia dove si trova la capitale Washington (3).
Perciò Biden, salvo clamore sorprese, inizia la corsa con 226 grandi elettori praticamente assicurati, ne basterebbero solo 44 grandi  per conquistare la presidenza.

Gli Stati in bilico

Dai numeri si capisce quanto sia stretta la strada per Trump, ma attenzione, nel 2016 paradossalmente Hilary Clinton partiva con un vantaggio ancora più ampio, per esempio, la Clinton era sicura di vincere in Nevada(6) e sicuri sembravano i voti di  Michigan e Wisconsin. Infatti secondo molti sondaggi la Clinton partiva con quasi 240 grandi elettori assicurati, mentre per Trump l’Arizona (11) e l’Iowa (6) non rappresentavano un problema come invece lo sono oggi.
La storia ci ha poi insegnato che Trump riuscì nell’impresa di vincere in tutti gli Swing State, Florida (29), North Carolina (15), Ohio (18) e Pennsylvania (20). E addirittura di dilagare vincendo in Michigan (16), Wisconsin (11), conquistando alla fine dei conti 304 grandi elettori contro i 222 della Clinton, praticamente lo stesso numero da cui parte Joe Biden oggi.
Oggi i grandi elettori ancora da attribuire con gli Swing State sono 132 e a Biden ne basterebbero 44 per essere Presidente, è perciò il favorito, ma guai a sottovalutare Donald Trump, che rispetto a 4 anni fa potrebbe, paradossalmente, avere una strada più ampia per raggiungere il numero magico dei 270 voti, infatti rispetto al 2016 il numero degli Stati in bilico è certamente aumentato e la strada per la Casa Bianca potrebbe rivelarsi meno impervia del previsto.

Giacomo Iametti

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Lo speciale Elezioni Americane 2020 ci accompagnerà fino al prossimo 3 novembre, giorno delle 59esime elezioni presidenziali nella storia degli Stati Uniti. Si tratta di un appuntamento settimanale a cura di Giacomo Iametti e Simone Cecere, creatori della pagina Instagram Elezioni Americane 2020 (CLICCA QUI per accedere), una striscia quotidiana di poco più di un minuto in cui, attraverso Stories, sondaggi, grafici e approfondimenti, viene raccontato tutto ciò che succede Oltreoceano nella corsa alla Casa Bianca.

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