ELEZIONI AMERICANE 2020 Kennedy III vs Markey: si riaccendono gli animi fra i dem

Law and Order non è solo il titolo della fortunata e ventennale serie tv firmata da Dick Wolf, ambientata nella turbolenta New York degli anni Novanta e Duemila. È anche il piano di Donald Trump per riconquistare la Casa Bianca a novembre. Uno slogan che con scientifica strategia comunicativa sta facendo breccia negli americani.

Rispetto a 40 giorni fa, i sondaggi vedono Joe Biden, sì in vantaggio, ma impantanato in una comunicazione farraginosa e perennemente in equilibrio tra sinistra radicale e centristi. Il tentativo di non scontentare nessuno rischia di eroderlo da qui a novembre.

Si riaccendono gli animi fra i dem

A riaccendere gli animi sono le primarie democratiche per il seggio al Senato per lo Stato del Massachusetts, dove in corsa c’è un monumento democratico del Congresso: tal Ed Markey. Da oltre 40 anni è a Washington, dapprima come deputato, e dal 2013 come senatore. È il padre dell’agenda politica del Green New Deal. Che si scontra con il rampollo della dinastia Kennedy, Joe Kennedy III, nipote di Bob Kennedy, fratello del presidente Kennedy.

Una sfida che ha visto le anime dei dem contrapporsi aspramente. Da una parte il senatore Markey, che ha ottenuto l’appoggio della deputata del Bronx, Alexandria Ocasio Cortez, garantendo al senatore una copertura mediatica anche tra i più giovani. Mentre Kennedy ha visto la discesa in campo di Nancy Pelosi, la speaker della Camera dei Rappresentanti. Una sfida che alimenta lo scontro tra correnti democratiche. Senza contare le bordate che in settimana sono giunte da un altro sostenitore dei Dem, ovvero il regista Micheal Moore, che non ha esitato a criticare Joe Biden per l’immobilismo elettorale, prendendo atto che Trump sta viaggiando in lungo e in largo nel tentativo di recuperare consenso.

Cosa dicono i sondaggi? Proviamo a fare il punto negli Swing State.

Arizona e Texas

Partiamo dalle sorprese di questa primavera. Perdere nel sud ovest avrebbe chiuso anzi tempo la corsa di Donald Trump. In aprile e maggio, tanta era la sofferenza repubblicana secondo i sondaggisti americani, arrivati ad ipotizzare un Texas e una Arizona colorati di blu a novembre.

Trump sembra aver messo in sicurezza il grande Stato del Texas che, con i suoi 38 grandi elettori, è imprescindibile per una presidenza repubblicana. Oggi il Tycoon guida in Texas con una media dei sondaggi di circa 3,5% su Biden con picchi nell’ultimo mese di 6-7 punti percentuali di vantaggio.

L’Arizona, orfana di John McCain, resta ancora in bilico anche se il Presidente ha recuperato uno svantaggio molto ampio, ed ora dista solo 2% da Joe Biden, qui è doveroso considerare anche l’alto numero di elettori indecisi.

Florida

Il vero e proprio grattacapo di Trump è la Florida. Qui Biden sta andando bene: è avanti secondo la media dei sondaggi di circa 3,5%. Se il Texas, molto probabilmente resterà ancora a lungo un sogno per i democratici, la Florida potrebbe invece essere il vero trampolino di lancio per la vittoria di Joe Biden. Bisogna dirlo senza mezzi termini, una vittoria in Florida per il candidato dem significherebbe avere la presidenza in tasca. Qui Trump dovrà impegnarsi a fondo per recuperare uno svantaggio che comunque non è incolmabile.

Pennsylvania e Ohio

Nel cuore del midwest la sfida verrà decisa nelle aree rurali del west Pennsylvania e dai sobborghi delle grandi città come Pittsburgh e Philadelphia. La classe operaia bianca potrebbe essere decisiva per ribaltare, come avvenne nel 2016, il pronostico dei sondaggi. Trump, in Pennsylvania, insegue a 4,5 punti (di media) Biden; sfida complicata che però il Presidente ha già dimostrato di sapere vincere. Non a caso questa settimana Biden si è recato a Pittsburgh per rinsaldare le fila dei propri sostenitori. Infatti Trump è in trend positivo avendo dimezzato lo svantaggio nel giro di un mese. Se in Pennsylvania resta una sfida difficile, l’Ohio sembra più abbordabile per Trump, qui nel 2016 fece una prova di forza vincendo con un margine significativo. E se la classe media e gli elettori delle aree rurali resteranno con il presidente Trump, il Tycoon potrebbe di nuovo conquistare lo “swing state” per antonomasia. Oggi, in Ohio, Trump insegue a 2,3%, ma se risale il tasso occupazionale, il sorpasso nei sondaggi è ben più che una semplice probabilità.

Wisconsin, Michigan e Minnesota

Qui i democratici si giocano la presidenza. In Wisconsin, Michigan e Minnesota – tre stati del nord – come nel 2016 si giocherà una sfida all’ultimo voto. Trump vinse in Michigan e Wisconsin colorando di rosso stati che Hilary Clinton e i democratici pensavano di aver già vinto. Il Wisconsin e il Michigan restano al centro dello scontro elettorale e politico, per via delle violente rivolte e i gravissimi fatti di cronaca. Qui il messaggio del Law and Order sembra davvero aver fatto breccia nella classe media, che non ama gli eccessi dei movimenti di protesta. Se poi si aggiunge la crescita dell’economia e la ripresa dei dati occupazionali, la vittoria di Trump non è più una semplice ipotesi. Negli ultimi dieci giorni, Trafalgar Group assegna, seppur con minimo scarto, Wisconsin e Michigan a Donal Trump. Il trend repubblicano si conferma con il dato del Minnesota dove Biden e Trump vengono dati appaiati. Numeri che fino ad un mese fa erano impensabili.

North Carolina e gli altri stati

Nel tour degli swing state resta sempre decisiva, più per i repubblicani che per i democratici, la sfida in North Carolina dove la media degli ultimi sondaggi prevedono una sfida all’ultimo voto, con un Trump avanti dello 0,3%.

Analisti e sondaggisti monitorano costantemente anche New Hampshire, dove Trump riesce sempre a mobilitare sostenitori entusiastici. Nel New England, Biden non dovrebbe avere sorprese, salvo eventi clamorosi, infatti guida sia in New Hampshire che in Maine con margine superiore agli 8-9 punti percentuali. Discorso inverso per la Georgia e Missouri, dove Trump sembra aver superato le difficoltà dei mesi scorsi e sembrerebbe destinato alla conquista di questi due Stati.

Iowa e Nevada restano formalmente in bilico, ma molto probabilmente nulla cambierà rispetto al 2016. Trump trionfò nell’agricolo Iowa e i democratici vinsero, con qualche apprensione, in Nevada, per questi due Stati il copione sembra già scritto.

Giacomo Iametti

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Lo speciale Elezioni Americane 2020 ci accompagnerà fino al prossimo 3 novembre, giorno delle 59esime elezioni presidenziali nella storia degli Stati Uniti. Si tratta di un appuntamento settimanale a cura di Giacomo Iametti e Simone Cecere, creatori della pagina Instagram Elezioni Americane 2020 (CLICCA QUI per accedere), una striscia quotidiana di poco più di un minuto in cui, attraverso Stories, sondaggi, grafici e approfondimenti, viene raccontato tutto ciò che succede Oltreoceano nella corsa alla Casa Bianca.

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