ELEZIONI LEGNANO 2020 Rogora: «Basta violenze alla città,cambiamo prospettiva»

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LEGNANO – Alessandro Rogora, candidato sindaco dei Verdi: quanto è “verde” la città di Legnano?

«Abbastanza, ma ci sono anche molte cose brutte. Il Parco Castello è un gioiello, anche il parco agricolo dell’Alto Milanese ha una sua dignità. Tolti questi due elementi, il resto sono minutaglie, totalmente disconnesse tra loro, il che ne riduce molto il valore: mancano corridoi ecologici che li colleghino. Poi, purtroppo, c’è una serie di oggetti di una tristezza sconvolgente. Basti dire che sulla piazza centrale affaccia un edificio (il Palazzo Ina, nda) che presenta una colonna di dimensioni doppie rispetto alle altre: il progettista ha fatto passare di lì i tubi del cesso. È una banalità, ma tutte le volte che la vedo non posso fare a meno di pensarci. Di fronte, la facciata dell’edificio accanto all’ingresso al cinema Ratti è stata ristrutturata con volgarità, un pezzo sì e uno no. Questo vuol dire che a Legnano si può fare di tutto, ha sopportato tali violenze… Questo mi impedisce di amarla: la si può rispettare, stimare, ma amore è una parola grossa».

Come potrebbe diventarlo di più?

«Costruendo corridoi di relazione, elementi di connessione, intervenendo nel costruito per inserire del verde. Non parlo di un bosco verticale come a Milano: parlo di tetti, di parte dello spazio pubblico. Come dimostrato a Siviglia nell’Expo del 1992, alcuni interventi relativamente poco invasivi permettono di cambiare perfino il clima di una città e di far scaturire spazi per far relazionare i cittadini, che è poi l’obiettivo primo della città. La civitas nasce per fare i cittadini e la democrazia nasce nella penombra di Atene, dove Socrate dialoga con i passanti sotto i portici: se lo immagina farlo sotto il sole di Atene?».

Restiamo a Legnano.

«Il mercato dev’essere uno spazio dove la gente va perché sta bene, non solo per comprare, che è poi quello che sta alla base del suk. Siamo profondamente distanti dalla sostenibilità, non si ha idea di che cosa voglia dire, figuriamoci anche solo avvicinarla. Non si tratta solo di fare piste ciclabili, ma di trasformare alla radice comportamenti, riferimenti culturali, relazioni sociali. E poi bisogna dare l’esempio. Se un candidato ne parla ma si guarda bene dal girare in bicicletta, se in tv passano una pubblicità di automobili dopo l’altra, come si fa a cambiare le prospettive?».

E che cosa mi dice dell’Olona?

«Bisogna avere il coraggio di trattarlo come se fosse un figlio sfortunato, o con un grave handicap, e che ha bisogno ancora di più amore. Non voglio fare il sognatore, ma l’unica possibilità che ha è un’espressione di amore da parte della città. Dobbiamo esserne orgogliosi. Legnano nasce ed è quello che è per l’Olona, per la sua vitalità: nel Cinquecento per la produzione di cibo con gli effetti esondativi che garantivano produttività all’area, poi per la molitura, nell’Ottocento per la sua forza motrice applicata all’industria. Ora è trattato come una fogna, ma non credo sia l’ultimo passaggio e che si possa costruire una relazione. Ne vanno protetti alcuni elementi forti, come l’isola del castello che ha valore e va rispettata; possiamo immaginarlo per gli spostamenti dolci, non dico in canoa come pensa Radice, ma bisogna riappropriarsene».

Qual è la sua posizione sull’impianto Forsu di via Novara?

«Sempre, quando si mette insieme tanto, il rischio aumenta. In Italia da quando si è cominciato a pensare di produrre energia dalla forza nucleare si procede a una centralizzazione ipertecnologica e superavanzata, che ha messo in mostra una tecnologia fallace. Sono trent’anni che si parla dei rifiuti come risorsa, ora abbiamo ideato questo impianto per tanti comuni: già immagino l’andirivieni di camion per portarvi i rifiuti e poi riportare il materiale trattato. E siccome via Novara non basterà, ne fanno un’altra: le sembra un comportamento ecologico? Nel mio giardino ho una compostiera che fa lo stesso ottimo lavoro, ce ne sono da sottolavello che potrebbero dare una risposta parziale. Bisogna agire alla radice della produzione dei rifiuti, convogliando solo la parte residua in impianti avanzati. Ma se produciamo meno rifiuti, ne prendiamo da altri Paesi, se no è antieconomico. Una follia. Non voglio fare il comunista pro forma, ma se una cosa è in mano al privato, questo ha l’obiettivo, legittimo, di fare cassetta. Albairate produce compost di qualità modesta. La questione non può e non deve essere un business. Potremmo fare di Legnano la prima città plastic free, o ragionare sul recupero degli alimenti come sta facendo Milano per la filiera del cibo. La natura si pone limiti e sobrietà, noi non poniamo limiti al numero di corsie, allarghiamo le sezioni dei canali di passaggio e poi ci va meno gente…».

Non oso chiederle che cosa pensa di Accam.

«Di nuovo, non voglio passare per sognatore, ma parlando di emergenza rifiuti da più di trent’anni procrastiniamo una situazione inaccettabile. Bisogna iniziare a lavorare sulla produzione del rifiuto per ridurla, incentivare tutte le azioni di recupero, riutilizzo e riciclo, usare le più moderne tecnologie per trattare la frazione residua. Le piccole discariche ci saranno sempre, ma non accettiamo questo ricatto trentennale per cui non si fa niente perché il rifiuto rimane un business. Non si risolvono i problemi di un impianto come quello di Accam cambiando i filtri: quando accadono problemi nel sistema di trattamento termico del rifiuto, c’è il rischio di produrre diossina. Oggi l’economia domina l’ecologia, ma la Terra è una, è Gea, mentre la prima può avere diversi modelli. L’ecologia viene prima dell’economia, anche sul piano sociale, non può essere diversamente».

Non le pare di essere troppo drastico?

«Sono un po’ duro, ma sono un tecnologo che non crede che la tecnologia salverà il mondo».

Rogora (Verdi): «E adesso tutti i politici legnanesi parlano di mobilità sostenibile»

Parliamo di politica. Che cosa risponde a chi, come Radice e la Sinistra, rimprovera ai Verdi di presentarsi al voto per conto loro?

«Abbiamo deciso di correre da soli perché abbiamo pensato che fosse necessario fare testimonianza, parlare di ambiente in maniera decisa in ogni possibile momento. Se avessimo appoggiato un altro candidato, non sarei qui a parlare di ambiente con questa crudezza: quando si entra in uno schieramento composito, bisogna trovare il minimo comune denominatore, che tende a garantire l’interesse di tutti. Se diventassi sindaco, non mi state delegando per fare qualcosa: vi impegnate perché io cambi i vostri comportamenti, vi ho promesso lacrime e sangue e sceglierò le soluzioni più sostenibili che garantiscano la ripresa del lavoro, maggiore occupazione, migliore vivibilità alla città e maggiore felicita della gente».

In caso di ballottaggio, come si comporteranno i Verdi?

«Se ci fosse un candidato della sinistra, diremmo di votare questo, se no la cosa mi inquieterebbe e lasceremmo libera scelta ai nostri elettori».

Dunque sosterrebbe Radice?

«No, perché il suo schieramento affronta le cose in termini oggettivi, il nostro lo fa in termini concettuali. E il Pd non è in grado di accettare questo comportamento».

Allora Brumana?

«Per me il suo è il terzo partito di destra, insieme al centrodestra di Toia e alla lista di Colombo. Del resto, comprende Grande Nord».

Ritiene credibile il centrodestra guidato da Toia?

«Credo che le idee della destra abbiano fatto il loro tempo, ma la sua capacità di aggregarsi rispetto alla soluzione politica dei problemi fa sì che si stemperi tutto. Alla fine, per la gestione amministrativa della città si metteranno insieme: verrà fuori un accrocchio che potrebbe anche funzionare, il potere è un grande collante. Ma non ha nessuna capacità immaginativa sul futuro, ha sempre lo sguardo al passato. È ottimizzare una cosa che va male, invece bisogna immaginare una cosa che va bene. Un po’ come un vecchio inceneritore a cui si mettono delle pezze».

A questo punto, sono curioso di conoscere il suo pronostico.

«Sono interista, e come tale fare i pronostici durante l’estate è sempre rischioso, in questa stagione abbiamo vinto più scudetti della Juve. Mi auguro fortemente che vinca una figura progressista e che noi si riesca a far entrare una persona in Consiglio comunale. Chi se la sente ci voti al primo giro, e insieme sosterremo un candidato progressista al secondo. Alle Europee abbiamo preso il 2,9%, ma quella è la Champions e qui siamo in campionato, speriamo di prendere di più».

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