Elezioni amministrative, soprattutto politiche

elezioni amministrative politiche

Si chiude la campagna elettorale, si aprono le urne. Siamo al dunque. Le ultime settimane sono state vissute dai partiti e dalle diverse liste in corsa nei Comuni che andranno al voto con le tensioni di sempre, dominate dalla scontata ricerca del consenso sia per i singoli candidati sia per le formazioni e gli schieramenti in campo. C’è ora da chiedersi qual è il significato vero di queste elezioni, alla luce delle aggregazioni e delle novità che hanno caratterizzato quest’ultimo periodo. Se è vero che per i Municipi si votano in primo luogo le persone, non sfugge a nessuno il valore politico di consultazioni che, soprattutto nelle grandi città, definiranno gli equilibri interni delle coalizioni e le distanze tra centrosinistra e centrodestra, i due poli che di fatto monopolizzano lo scenario politico italiano e non solo.

Varese, Gallarate e Busto Arsizio sono i centri più importanti della nostra provincia chiamati al voto domenica e lunedì: i sindaci e le giunte uscenti hanno come obiettivo la loro riconferma alle urne, ovvio. Le variabili a cui devono fare fronte sono però tutt’altro che marginali, prendono forma sia dalle questioni locali, dall’esito operativo del mandato che va a concludersi, dalla forza di convincimento espressa in questi giorni su tutti i canali d’informazione e, attenzione, dai rimandi nazionali dei partiti. Non ci pare un’eresia se affermassimo che nel contesto cittadino, il giudizio sul sindaco o sull’esecutivo nel suo complesso non sia l’unico metro di valutazione. C’è chi guarda a Salvini, Meloni, Letta, Berlusconi, Conte e via elencando come priorità per esprimere la propria preferenza.

Non è un caso che nel centrodestra, per fare un esempio, sia marcata la gara tra Lega e Fratelli d’Italia per conquistare una nuova leadership da spendere in prospettiva nazionale. Più che una gara, una vera e propria lotta che si combatte in scia a un elettorato che, diciamolo senza temere smentite, non sempre presta attenzione a ciò che accade dietro l’angolo di casa ma è attratto, più o meno volontariamente, da quanto dicono i telegiornali o scrivono i giornali più importanti. E dalle notizie che riguardano la politica più in generale, o i suoi dirimpettai: caso Morisi, per dirne una. Vicenda che, fuori dallo schieramento, potrebbe pesare sul futuro della stessa Lega, meglio, delle “due Leghe”, quella di Salvini e quella di Giorgetti. O, per dirne un’altra, l’inchiesta sui presunti finanziamenti illeciti a Fratelli d’Italia.

Anche i social hanno una parte importante nella formazione dei giudizi e, quindi, del consenso. Vi concorrono anch’essi, ma rischiano di finire inflazionati da candidati alla ricerca di visibilità e, quindi, di risultare meno condizionanti di una frase ad effetto di un leader nazionale. Di più, i social si riempiono spesso di sciocchezze e sono usati come arma impropria per denigrare gli avversari, Con tutte le conseguenze del caso, cioè, risultano meno credibili.

Detto questo le squadre in campo nelle città del Varesotto non offrono grandi sorprese. Destra e sinistra, al di là dei tentativi di scollamento degli inizi, fatti rientrare dai vertici nazionali, si presentano nelle forme tradizionali. Spine nel fianco o, meglio, terzi incomodi, sono le formazioni che si richiamano al civismo, ma con scarse possibilità di imporsi davvero. Comunque, ricettori di voti che, in qualche modo, potrebbero penalizzare gli schieramenti maggiori.

Se proprio dobbiamo pensare a una novità, dobbiamo scendere a Busto Arsizio, dove riformisti e moderati si sono riuniti attorno a Gigi Farioli. In sé una sorta di laboratorio politico che potrebbe anticipare futuri scenari nazionali. Ma siamo nel campo delle ipotesi e la novità avrà bisogno di riscontri concreti sul campo. Il resto, almeno fino a prova contraria, ci pare ordinaria amministrazione, anche nei fuochi delle ultime ore, negli scambi di gentilezze, nelle scorrettezze di qualcuno e nelle giaculatorie collettive. Nella speranza di ottenere una mano dal Cielo e una dagli elettori. Sempre che non preferiscano – gli elettori- disertare i seggi, come anticipano i maligni prefigurando il dilagare dell’antipolitica a tutti i livelli. E, questo, l’assenteismo, è il vero spauracchio delle amministrative del 2021.

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