Elezioni, l’onda arancione di Insieme per Legnano: «Ridiamo il sorriso alla città»

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LEGNANO – Una presentazione «informale, appassionata e sincera come la nostra campagna elettorale». Così Mario Brambilla, di Legnano Popolare, ha presentato mercoledì 9 settembre in un bar del centro di Legnano la lista congiunta con Insieme per Legnano, a sostegno del candidato sindaco Lorenzo Radice. «In lista – ha spiegato Brambilla – ci sono persone con capacità professionali e umane, molti vengono dal sociale, dal campo artistico e culturale. Siamo “popolari” perché pensiamo che si debba stare in mezzo alla gente e farsi portatori dei bisogni che esprimono le persone. Vorremmo restituire quello che Legnano ci ha dato e contribuire tutti al bene di Legnano».

Fra le idee, “cura del vicinato” e disability manager

Per il capolista Marco Bianchi, consigliere comunale uscente di Insieme per Legnano, «Legnano sta soffrendo due grandi crisi, una mondiale per la pandemia, l’altra politica che ha portato al lungo commissariamento del Comune con la caduta della giunta di centrodestra e l’epilogo giudiziario. Vogliamo contribuire a farla uscire da questa crisi. Per farlo, dobbiamo seminare pensando alla scuole, all’educazione e alla cultura. E poi far leva sulla forza della concretezza: fare in modo che i cittadini vivano a Legnano e ci vivano bene, nei loro quartieri e nella loro strada». Da qui le proposte della lista: un piano straordinario di manutenzioni in tutta la città, dai marciapiedi agli impianti sportivi; sul modello del controllo di vicinato, la “cura del vicinato” («il decoro urbano – ha detto Bianchi – si raggiunge con la partecipazione dei cittadini») da tradurre in una maggiore attenzione di strade, panchine, parchi, lampioni; i due centri civici, da aggiungere ai tre esistenti, a San Paolo e a Legnarello; un piano per la mobilità che faccia muovere tutti «in maniera agile e rispettosa dell’ambiente»; il disability manager, un funzionario degli uffici tecnici del Comune che abbia piena conoscenza delle barriere architettoniche e di come recuperare i fondi per abbatterle; le “aree irrisolte”, che comprendono non solo quelle dismesse ma anche «quelle utilizzate non in maniera piena, come la stazione, via Sabotino e il vecchio ospedale, che meritano progetti su misura come, per quest’ultimo, la cittadella delle fragilità».

Radice: «Che fatica convincere i cittadini a muoversi…»

Ospiti alla presentazione Elisabetta Strada, capogruppo in Regione dei Lombardi Civici Europeisti; Franco Crespi, sindaco di Legnano dal 1977 al 1985 («rivivo il 2007 – ha detto Crespi, 83 anni – quando ho fondato Insieme per Legnano. Convincere tanti giovani a impegnarsi in politica non è stato facile. Uno di loro era Lorenzo, vedete fin dove è arrivato. A causa di problemi familiari mi sono ritirato dalla politica ma non ho mai smesso di crederci, perché è un valore importante quando è seria e non un hobby, non fatta da persone che non sanno che cos’è l’onestà») oltre naturalmente a Lorenzo Radice. «La nostra è una cavalcata lunga – ha detto quest’ultimo – cominciata a febbraio. Siamo andati ad ascoltare rabbie, paure e delusioni di questa città lasciata troppo sola: il “crollo” della piscina coperta e lo stato dei parchetti sono l’emblema di una città che ha perso la rotta, con progetti presentati a 20 giorni dalle elezioni mentre i marciapiedi cadono a pezzi. Abbiamo fermato l’operazione su Accam che puntava al 2032 e lavorato sul Pgt come se fossimo ancora in Consiglio comunale, perché tante cose sono state fatte in maniera ahimè poco trasparente. La politica – ha proseguito il candidato sindaco anche di Pd e riLegnano, che di Insieme per Legnano è stato consigliere di maggioranza dal 2012 al 2016 – non è solo impegno: oggi è fatica a convincere le persone migliori della città che se non fanno un passo avanti, la politica la fa chi ha interessi diversi dai loro. Abbiamo scelto il colore arancione perché vogliamo riportare bellezza e felicità in questa città che negli ultimi due anni si è intristita, stiamo portando un’onda arancione nella città per condurla a una nuova primavera. Dobbiamo vincere – ha concluso Radice – non per andare a governare la città o metterci le mani sopra, ma per governare con la comunità e poi, insieme, fare sintesi».

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