Elezioni, Sfondrini (Azione-Italia Viva): «Qui puntiamo alla doppia cifra»

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LEGNANO – In politica fin da giovane, è stato vicepresidente di una Fondazione che organizza eventi nell’Abbiatense e nell’Ovest Milano, poi consigliere di maggioranza in Comune ad Abbiategrasso, rieletto dopo 5 anni di stop nello scorso giugno, stavolta sui banchi dell’opposizione per la lista civica La Città. Andrea Sfondrini (nella foto, al centro con il volantino) è il candidato alla Camera nel collegio uninominale dell’Alto Milanese per Azione-Italia Viva-Calenda, il patto elettorale sottoscritto da Matteo Renzi e Carlo Calenda; 45 anni, ingegnere edile, lavora per un’azienda di servizi alla persona che gestisce strutture geriatriche, riabilitative e Rsa dove si occupa di impianti, dalla progettazione alla manutenzione.

«Ho iniziato a fare politica attiva a vent’anni – racconta di sé – quando mi sono iscritto al Partito popolare, quindi sono passato alla Margherita e al Pd fino al 2019, quando ho seguito Matteo Renzi nella proposta politica di Italia Viva».

Nell’Alto Milanese serve personale specializzato

Consigliere Sfondrini, quali sono le proposte sue e della sua lista per l’Alto Milanese?

«Tenuto conto che questo territorio è riuscito a rilanciarsi dopo la crisi della deindustrializzazione delle grandi aziende e ha un tessuto economico di piccole e medie imprese, le proposte del nostro programma nazionale rapportate qui mirano a supportare queste imprese, ragionando su diversi temi. Parlando con loro, imprenditori e rappresentanti di categoria mi hanno fatto notare che uno dei problemi è il capitale umano, cioè la possibilità di avere personale formato e specializzato. Una delle nostre prime proposte è investire nella formazione e supportare direttamente le piccole e medie imprese, così che chi investe in corsi di formazione e aggiornamenti continui in accordo con università, Its e ministero possa rientrare di quei costi. Questa proposta vale a livello nazionale, ma ha una ricaduta importante sul nostro territorio».

Infrastrutture per il turismo di prossimità

Oltre alle imprese, a chi pensate?

«Ho lavorato per 6 anni nel settore tecnico del Comune di Villa Cortese e ho sempre apprezzato la capacità di questa e di altre amministrazioni vicine, anche di diverso colore politico, di fare rete per promuovere progetti e partecipare a bandi. Quindi sostengo che debbano continuare a fare rete sul Pnrr e per avere finanziamenti ad esempio per le infrastrutture, come per la mobilità ciclabile di cui seguii un progetto condiviso con i Comuni di Busto Garolfo, Casorezzo e Inveruno. Queste infrastrutture per i collegamenti verso Milano e il Ticino hanno anche una valenza turistica.

«Una caratteristica che accomuna tutto l’Ovest Milanese è non aver subìto negli ultimi 60 anni una completa distorsione della sua realtà territoriale e paesaggistica. Questo permette di investire nel turismo di vicinanza e nel turismo di prossimità, creando tutto ciò che è necessario, dalla ciclabilità alla sua pubblicizzazione».

Amministratori capaci per un territorio capace

Come pensa che uscirà l’Alto Milanese dall’attuale, prolungata crisi?

«Ci sono ragioni per essere ottimisti. Questo territorio è già stato capace di rilanciarsi. Rispetto al Magentino e all’Abbiatense, l’Alto Milanese ha avuto la capacità di innovare, puntando alla qualità del prodotto e a diversificare, il che gli ha permesso di uscire da crisi anche difficili.

«È sempre stato forte nel tessile e nella meccanica pesante. È chiaro che non si può ragionare su queste due tipologie produttive, ma da questo punto di vista è già in corso da anni una evoluzione. La capacità di fare impresa c’è ancora: chiaro che dovrà esserci a tutti i livelli, anche con amministratori pubblici capaci e con le giuste competenze. Quando invitiamo a votare per “L’Italia sul serio”, lo facciamo perché il Terzo polo pensa di avere una classe dirigente competente e capace sotto il profilo economico e sociale. Amministratori locali, parlamentari e un governo all’altezza possono fare uscire il territorio dalla fase attuale, dal caro bollette all’inflazione, problemi che conosciamo bene».

Quali obiettivi vi prefiggete per le elezioni del 25?

«Nel migliore dei casi puntiamo alla doppia cifra: questa è la nostra ambizione. Crediamo che ci sia tutta una fascia di popolazione in cerca di una casa politica sia fra chi non vota, sia fra gli indecisi, sia fra gli elettori di altri partiti che oggi pensano che questi non li rappresentino più. È il caso di Forza Italia che ha fatto cadere il governo Draghi: molti non hanno capito né digerito questo passaggio. Ma vale anche per la parte più moderata degli elettori del Pd, come dimostra la mia stessa esperienza personale».

Con Draghi, contro la destra

Dopo il 25, con quali altri partiti cercherete un dialogo e magari un’alleanza?

«Uno dei nostri obbiettivi è cercare di fare in modo che la destra, soprattutto al Senato, non abbia i numeri per governare, così da proporre nuovamente Draghi come presidente del Consiglio in una coalizione più larga possibile fra quelli che hanno a cuore il Paese che è nelle condizioni che stiamo vivendo. Draghi è una persona con grandissima credibilità a livello internazionale ed europeo, sostenerlo con un’ampia maggioranza di unità nazionale è il principale obbiettivo politico.

«Ciò non toglie nulla alla visibilità di Calenda che è il nostro leader, figura di grande competenza in materia economica, come ha dimostrato da ministro nel governo Renzi. Lasciamo fuori quelli che, soprattutto a livello europeo, non sono a favore di un rinnovamento o di una scelta politica che guarda all’Europa come a un faro politico, non solo economico. Mentre siamo disposti a ragionare con chi è a favore del posizionamento a livello europeo e occidentale anche sulla guerra in Ucraina».

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