Il Pd legnanese spiazzato e «addolorato» per le dimissioni del consigliere Amadei

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LEGNANO – Nessun cenno alle ragioni dell’addio, ma l’augurio di «un buon prosieguo dell’attività di consigliere». Così Michele Ferrazzano, segretario legnanese del Pd, commenta oggi, mercoledì 14 settembre, l’uscita dal gruppo di uno dei suoi pezzi da 90: quel Federico Amadei che all’inizio dell’amministrazione Radice, prossima ai due anni di vita, era stato presidente del consiglio comunale e che ora si è polemicamente chiamato fuori, per di più a pochi giorni dalle elezioni politiche.

Ferrazzano non entra nel merito delle ragioni spiegate dallo stesso Amadei in consiglio, e che investono tanto le scelte recenti del partito a livello nazionale, quanto le ultime mosse della maggioranza arancione a Palazzo Malinverni. In particolare l’ex consigliere dem, da ieri ufficialmente unico componente del gruppo misto, ha puntato il dito sul lungo intervallo (quasi due mesi) trascorso dalla precedente riunione del consiglio; l’assunzione di importanti scelte per il futuro della città ad opera della giunta nel chiuso delle sue stanze; il fumosissimo documento che accompagna la variante del Pgt (quello, tanto per intenderci, della “città policentrica multiscalare” e altre simili, insondabili amenità); ancora, le nomine del nuovo presidente e del nuovo direttore generale di Amga, passate anch’esse sotto silenzio dall’amministrazione comunale; e perfino l’opportunità di insediare un nuovo supermercato all’uscita dell’autostrada, nell’area ex Gianazza.

Nessuna replica di Ferrazzano alle ragioni del consigliere

Insomma, il solco tra Amadei e il resto del Pd cittadino appare profondo e incolmabile. «Prendiamo atto con rammarico della fuoriuscita del consigliere Federico Amadei dal gruppo consigliare del partito – la replica odierna di Ferrazzano – Ne siamo dispiaciuti, è sempre doloroso perdere un compagno di strada ma la battaglia per una Legnano migliore non si può fermare. Il Partito democratico, nel ribadire il pieno sostegno alla giunta e al sindaco Radice – prosegue il segretario dem – continuerà incessantemente ad impegnarsi con i propri consiglieri affinché il programma elettorale votato dalla maggioranza dei cittadini, trovi concreta applicazione nella quotidiana attività amministrativa». Da ultimo, il rituale ringraziamento nei confronti di Federico Amadei «per il lavoro sin qui svolto».

L’uscita di Amadei scalfisce appena la solidità dei numeri su cui può contare la maggioranza arancione: con quello del sindaco, 15 voti su 25, sempre ammesso che Amadei da “battitore libero” non appoggi alcuni degli atti della giunta, riservandosi di astenersi o votare contro altri. Di certo, però, è la prima crepa, e fragorosa, in seno al Pd (risultato il primo partito in città alle Amministrative del 2020) come pure al blocco che forma con le liste civiche a sostegno di Lorenzo Radice. Un blocco che un consigliere di opposizione aveva definito ironicamente “un esercito di soldatini” per la sua compattezza e la rigida uniformità alle direttive calate dall’alto sui pareri da esprimere in consiglio, come nelle commissioni.

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