Emergenza demografica, chi pensa alla famiglia?

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Luigi Patrini

di Luigi Patrini

La nostra società non va tanto bene, anzi, al di là delle luci natalizie (ennesimo inganno di un consumismo che dilapida Valori e Tradizione), va proprio maluccio: l’impressione netta è che si stia lentamente suicidando. Lo si vede nel calo delle nascite (nuovo minimo storico nel 2017: i nati in Italia sono stati 458 mila,15 mila meno dell’anno precedente; negli anni dell’immediato dopo guerra ne nascevano ogni anno più di un milione. Da una decina d’anni il calo è costante, colpa del costume e della politica, sempre più disattenta nei confronti di questo enorme problema); lo si vede dal calo dei posti di lavoro per effetto dell’informatizzazione; il lavoro diminuisce e diventa sempre più precario: il futuro delle nuove generazioni appare sempre più incerto e i problemi sociali aumenteranno sempre più. Lo spread altalenante intorno ai 300 punti e l’inatteso calo del Pil nel terzo trimestre dell’anno sono segni “immediati” e inoppugnabili della sfiducia: sono, come titolava in questi giorni un quotidiano nazionale, un vero e proprio “voto di sfiducia”. In sostanza: sempre più spesso si capisce che il futuro che attende le giovani generazioni sarà faticoso e duro e sempre più evidente appare l’impotenza della politica a far fronte alle crescenti difficoltà.

L’unica vera risorsa che rimane (ma fino a quando?) è la famiglia: l’ultimo irriducibile e vero “ammortizzatore sociale” che funziona in Italia. Nonostante la politica, che da un lato ne riconosce l’importanza, ma nei fatti – che sono quelli che contano – non la difende affatto, visto che si mostra sempre più succube dei poteri forti dell’economia e delle lobby internazionali dei produttori di farmaci e di contraccettivi, nonostante questo, la famiglia resiste: i genitori aiutano i figli e nonni aiutano figli e nipoti.

“Siamo in guerra – ha detto testualmente Gigi De Palo, presidente del Forum delle Associazioni familiari – Ogni anno viene sganciata una bomba che non esplode, ma che fa oltre 180mila vittime, più o meno quanti sono gli abitanti di Modena, Reggio Calabria o Reggio Emilia. Siamo in guerra.  E la cosa più preoccupante è che non ce ne rendiamo conto. Siamo in guerra. E l’unica cosa che riusciamo a fare è commentare il bollettino sulle agenzie di stampa”: parole chiarissime, drammatiche, ma chiarissime!

Il Forum, che riunisce 48 associazioni cattoliche nazionali e si articola in 19 Forum regionali, è fortemente preoccupato: “Siamo in guerra. E stiamo sottovalutando la situazione, convinti che …tanto ancora c’è tempo! Siamo in guerra e ce ne accorgeremo tra pochi anni. Non appena le famiglie, che sono l’unico vero ammortizzatore sociale di questo Paese, non riusciranno più a far fronte a un disabile in casa. A un anziano sempre più anziano. A un problema sanitario cronico. Siamo in guerra perché, tra qualche anno, il nostro Paese sarà un grande ospizio. Senza futuro. Con un radioso e glorioso passato. E un presente mediocre”.

Da almeno tre anni il Forum chiede un Patto per la natalità, perché occorre mettere i giovani nelle condizioni di fare famiglia: il suicidio demografico deve finire! Fino a qualche anno fa la scelta di non avere figli era determinata spesso dal sorgere di ostacoli economici (reali o supposti); ora la condizione di partenza è l’assenza di figli: aprirsi alla vita da parte delle giovani coppie è frutto di una scelta che oggi occorre favorire, creando condizioni positive che aiutino ad avere il coraggio di affrontarla.

Da alcune riflessioni maturate sull’esperienza di diversi sondaggi, emerge un dato interessante: alla domanda “Quanti figli vorreste avere?”, quasi il 90% dei giovani italiani risponde “due o più figli”; ma il dato più interessante e più bello, per tanti aspetti, è la risposta alla domanda “Come ti sentiresti o come ti sei sentito nei confronti dell’arrivo di un figlio?” A questa domanda oltre il 90% ha risposto: “Fiero”; l’80% ha aggiunto, molto significativamente: “Con più senso nella vita”. Questo significa che se questi giovani fossero semplicemente aiutati a realizzare i propri progetti di vita, non solo la denatalità italiana diventerebbe un problema superato, ma avremmo dato un senso alla loro vita.

Il problema vero che la Politica deve saper affrontare è tutto qui: è un problema di cultura, di “cultura della classe politica”, naturalmente, più che dei cittadini e dei giovani! Invece che fare proposte per dare gratuitamente profilattici o mezzi anticoncezionali, i Politici veri, se fossero seri e attenti al bene comune, dovrebbero semplicemente creare le condizioni perché le giovani coppie possano realizzare meglio e con più successo i propri obiettivi di vita, i propri sogni!  Abbiamo avuto Presidenti del Consiglio diversi, Ministri della Famiglia diversi, tutti rigorosamente senza portafoglio! Non si può costruire nulla di serio, in questo modo. Soprattutto quando si devono affrontare proposte strutturali come quelle che nascono nella società civile e dalle famiglie stesse, che con le loro associazioni premono su una classe politica distratta e offuscata dalla ottusa e pervicace volontà di “vincere le elezioni” e di “sconfiggere il partito avversario”, piuttosto che dalla disponibilità di ascoltare il Popolo e di pensare al suo vero bene.

“Per fare una seria e vera riforma fiscale – sostengono i responsabili del Forum – servono vere riforme. Abbiamo presentato la nostra proposta fiscale, il “Fattore Famiglia”, a tutti i Governi. Tutti ripetono sempre la stessa cosa: non ci sono i soldi. Poi, però, ti accorgi che un anno si trovano 10 miliardi per gli 80 euro. Un anno 9 miliardi per il reddito di cittadinanza. Ma come? Ci era stato detto che non c’erano soldi. Sempre la stessa storia. Sempre lo stesso gioco delle parti”.

La pazienza sta per finire, avvertono: in un Paese che sta vivendo la crisi demografica più lunga e difficile della sua storia, si scopre che la seconda causa di povertà è mettere al mondo un figlio. Che le donne sono costrette a nascondere il pancione. Che un figlio da 0 ai 18 anni costa 172mila euro. Una follia! Adesso tutti a riempirsi la bocca di politiche familiari, di fiscalità più equa, di emergenza demografica. Il Governo deve dare risposte precise: non si pensi che il Reddito di Cittadinanza possa essere fatto passare per politiche familiari!  Non si creda che i vari bonus bebè, bonus asilo nido, bonus di qua e bonus di là, facciano ripartire la natalità!

Ecco una domanda terribile: ma la politica lo ha capito che – oggi – ad una famiglia conviene separarsi per finta per pagare meno tasse e inoltre avere agevolazioni di ogni tipo nelle graduatorie degli asili nido e delle mense scolastiche?  Le famiglie, quelle vere che allevano e fanno crescere i bambini, che educano i figli, che accudiscono l’anziano ammalato, quelle vere, non vogliono l’elemosina dal Governo, vogliono solo giustizia da parte di chi pretende di guidare la società!

 

Emergenza demografica patrini – MALPENSA24