Emergenze in montagna, master internazionale all’Insubria per affrontarle

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VARESE – Ideato nel 2012 dall’Università dell’Insubria, e quest’anno promosso in collaborazione con l’Università di Milano-Bicocca, insegnerà a medici e infermieri come intervenire in alta quota con l’elisoccorso, durante eventi catastrofici o legati a sport estremi. Giunge alla quinta edizione il master in Mountain Emergency Medicine che nella mattina di oggi, lunedì 13 maggio, è stato illustrato in ateneo da Giulio Carcano, direttore del corso e presidente della scuola di Medicina dell’Università dell’Insubria, Luigi Festi, chirurgo dell’Ospedale di Circolo fautore del progetto sin dalle origini, Gianfranco Parati, cardiologo di fama mondiale attivo nella ricerca in alta quota e referente insieme a Simona Cionti per la Bicocca, e Silvio “Gnaro” Mondinelli, sesto uomo al mondo a salire gli ottomila senza ossigeno.

Da Zermatt all’Alaska

È pronta la quinta edizione del master indirizzato alla formazione di medici e infermieri (con laurea di secondo livello) attivi nel campo dell’emergenza in montagna e in territorio impervio. Si tratta di un corso accademico itinerante, unico in campo internazionale, di durata biennale. Ideato dall’Università dell’Insubria, quest’anno viene promosso in stretta collaborazione con l’Università di Milano-Bicocca, con cui rilascerà un diploma congiunto. Le lezioni si svolgeranno in inglese e verranno ospitate dagli atenei partner in tutto il mondo, con 27 collaborazioni internazionali che andranno dalle università del New Mexico, Grenoble, Innsbruck all’Eurac di Bolzano, l’Air Zermatt Training Center per la parte di elisoccorso e il Denali Park in Alaska.

Alpinisti di fama mondiale tra i docenti

Tra i 150 docenti, di cui più della metà stranieri, saranno presenti esperti nelle patologie legate all’alta quota e situazioni di emergenza sanitaria, ma anche piloti, uomini di cultura e alpinisti di fama mondiale. Insieme a Mondinelli ci saranno Peter Habeler, il primo a salire sull’Everest senza ossigeno 41 anni fa con Reinhold Messner, o il varesino Matteo Della Bordella, figlio d’arte dallo scorso anno presidente dei Ragni di Lecco. Finora si sono diplomati con successo, anche in campo lavorativo, circa 60 medici e paramedici di ogni parte del mondo. Le iscrizioni per il master, che avrà inizio a settembre, sono già attive sui siti di Insubria e Bicocca e termineranno il primo luglio. È richiesta una buona forma fisica e una conoscenza di base delle tecniche di arrampicata e alpinismo. Al master è inoltre legato “Mountain Emergency Medicine Book”, progetto editoriale con cento autori in uscita a fine estate.

Una rete formativa completa

Come ha spiegato Carcano, il corso «ricopre una rete formativa internazionale e completa, con professionisti per tutto ciò che riguarda la medicina in montagna. Qui non ci sono vette estreme o le profondità degli abissi, tutto nasce dal cuore grande del nostro ateneo». «Ci sono centocinquanta docenti per dodici studenti: ciò fa capire che l’impegno è veramente tanto per una formazione il più completa possibile. E lo spirito dell’università è formare le persone a vivere», ha aggiunto Parati.
«Simone Moro, Hervé Barmasse e Ueli Steck hanno tutti creduto in questo progetto», ha osservato Festi. «La montagna diventa sempre più luogo di vacanza e svago. Ai frequentatori abituali dell’ambiente, alpinisti, escursionisti, praticanti di sport estremi, si affianca ormai da alcuni anni un pubblico nuovo, che cerca una vacanza attiva e sportiva in un ambiente incontaminato. I cambiamenti climatici degli ultimi tempi, poi, comportano pericoli inusuali e difficilmente gestibili. Le operazioni di soccorso, sia terrestri che con l’ausilio dell’elicottero, sono diventate più frequenti e di difficile attuazione: sono necessarie figure sanitarie sempre più preparate». Mondinelli ha ricordato le esperienze nei campi d’alta quota: «Si fanno tutte le cose in sicurezza. E, sebbene i gruppi siano grandi, si lavora come una famiglia. Condividiamo tutto in maniera semplice, siamo cresciuti insieme. E abbiamo parlato dei problemi veri che ci sono in montagna»

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