E’ora di investire sui collegamenti: Malpensa vale il 10% del Pil lombardo

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di Roger Zanesco *

roger zanesco aeroporti lombardiSe in un qualsiasi consesso ove si parli di economia e occupazione una voce proponesse di portare al tavolo una situazione che consta di quasi 350.000 occupati ed un valore della produzione di oltre 38 miliardi, ci sarebbe una elevazione dell’attenzione ai massimi livelli. Ebbene, dai documenti ufficiali Sea questi sono i valori che caratterizzano l’aeroporto di Malpensa. Dati che possono stupire ma in linea con quelli presentati  già nel 2012 nello studio pubblicato dal Forum Ambrosetti.

Di seguito la tabella pubblicata da Sea relativa all’anno 2019:

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A livello mediatico diffuso e anche in tutti quegli ambienti che di queste tematiche si dovrebbero occupare, come istituzioni, sindacati, attori sociali vari a qualsiasi livello, tale consapevolezza dev’essere sempre tenuta presente in modo pressante. Si tratta dell’8% della forza lavoro e il 10% del PIL lombardo.

Noi ci battiamo perché tutto questo non venga mai dato per scontato e conseguentemente tralasciato.

Dobbiamo dare atto che nelle ultime settimane abbiamo avuto riscontro positivo a questa nostra insistenza. L’europarlmentare Isabella Tovaglieri unitamente ai deputati del territorio Matteo Bianchi e Leonardo Tarantino stanno organizzando una serie di tavoli con tutti gli attori che a vario titolo sono interessati alla presenza di Malpensa sul territorio. Siamo stati onorati della primogenitura dando tutte le indicazioni sulle necessità infrastrutturali che riteniamo necessarie. Noi seguiamo l’evoluzione di queste manifestazioni d’interesse e per quello che rientra nelle nostre possibilità continueremo a dare il nostro contributo.

Il territorio che ha Malpensa come riferimento per il trasporto aereo di merci e persone, comprendente quasi tutto il Nord (Toscana compresa) ha le seguenti cifre:

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Sono numeri che da soli danno l’idea del peso economico di un territorio che necessita di un aeroporto in grado di fornire collegamenti globali, non solo passeggeri (oltre 26 milioni nel 2019 al netto del trasferimento trimestrale di Linate) ma anche merci.  Da Malpensa sono passate lo scorso anno 550 mila tonnellate, che rappresentano il 50% di tutte le merci aviotrasportate in Italia.

Una nota: il 30% delle merci viaggia nelle stive degli aerei passeggeri, soprattutto nel lungo viaggio.

Questa è l’immagine schematica di Malpensa ante-Covid, ma ovviamente, ne siamo certi, dobbiamo esserlo, inevitabilmente i numeri torneranno. Saranno necessari almeno un paio d’anni, ma Malpensa si è sempre risollevata da sola e così sarà, anche stavolta.

E siccome andiamo incontro a un periodo di faticosa risalita è il momento di predisporre tutto al meglio per eliminare il tallone d’Achille che da sempre indebolisce Malpensa. Parlo ovviamente  del collegamento con tutto il Nord Italia, anche per togliere ogni alibi che porti a preferire a Linate, eterna spina nel fianco.

Sono i collegamenti con il territorio ciò per cui bisogna lottare. Sia ferroviari che stradali. Oltretutto tantissime opere sono già previste e progettate in quanto estremamente necessarie a prescindere. Vanno dal completamento di Pedemontana e raccordo con la 336 al  collegamento ferroviario T2-Linea del Sempione con relativo aumento dei binari da Rho a Gallarate, solo per citarne due.

In questo periodo si fa un gran parlare di necessità di adeguamenti infrastrutturali come interventi indispensabili per affrontare la crisi economica. Ebbene, è il tempo di agire. Non dimentichiamo che nel 2026 arrivano a Milano le Olimpiadi invernali.

(*presidente dell’associazione Aeroporti Lombardi)

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