Fallita la tintoria di Cardano. Lascia al Comune 200mila euro di tasse non pagate

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CARDANO AL CAMPO – Con una sentenza depositata in cancelleria lo scorso 10 agosto, il tribunale di Busto Arsizio ha dichiarato il fallimento di una nota tintoria di Cardano al Campo (foto generica) che aveva sede legale nella zona industriale della città. Ora si scopre che da oltre cinque anni non pagava le tasse locali. E così ora il Comune si trova con un credito da 206mila euro da dover recuperare.

Oltre 200mila euro di tasse

Il Comune di Cardano al Campo vanta crediti, comprensivi degli interessi legali, che ammontano a 206 mila euro. Nello specifico si tratta della Tari – la tassa rifiuti – con una quota annuale che passa dagli 8.576 euro del 2015, quando la tintoria era in piena attività, fino ai 2.962 euro del 2020, l’anno del fallimento. Anche per l’Imu bisogna tornare indietro di sei anni. La quota più alta, però, è relativa al 2016, quando ha toccato la cifra di 40.625 euro. Soldi che l’ufficio Tributi di Palazzo Prati non ha mai visto.

Il recupero difficile

Il sindaco Maurizio Colombo prova ora la difficile strada del recupero dei 206mila euro partecipando al concorso dei creditori sul patrimonio del fallito. Attraverso l’ammissione al passivo il creditore, già concorsuale, cioè soggetto a tutte le limitazioni derivanti dal fallimento, diviene anche concorrente, con diritto cioè di partecipare alla procedura e particolarmente alle ripartizioni fallimentari. Con votazione unanime la giunta ha dunque autorizzato il primo cittadino a presentare domanda di ammissione al passivo del fallimento, ricordando nella lettera inviata al curatore fallimentare che, ai sensi dell’articolo 2752 del Codice Civile, i crediti relativi ai tributi locali hanno privilegio generale sui mobili del debitore.

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