BUSTO ARSIZIO – Nel dibattito sulla proposta di Agesp di spostare una farmacia nell’area Mizar entra anche il Pd di Busto. A gamba tesa. Con una nota firmata dal segretario cittadino Paolo Pedotti, che chiede «un chiarimento» sulla vicenda direttamente al sindaco Emanuele Antonelli. In particolare i Dem vogliono capire, da un lato, «su quale mandato agisce Agesp Attività Strumentali», se il partito del sindaco (Fratelli d’Italia) prende posizione contro questo progetto, e dall’altro «quale posizione ha il sindaco» su questo che ormai è un caso politico. Si tratta di «domande su come questa amministrazione continui a (non) funzionare». E in questa frase è esplicitata l’impressione del PD su un pasticcio che ha avuto origine nelle divisioni tra gli alleati di maggioranza.
Il comunicato del PD di Busto
Abbiamo appreso dalla stampa della proposta di Agesp Attività Strumentali di accorpare due farmacie nel sud della città, a servizio dei quartieri di Sacconago e Borsano, in favore di una nuova nell’ex area Mizar, a ridosso del Sempione. Prima ancora che entrare nel merito di questa proposta, che andrebbe approfondita nell’ottica della gestione dei nuovi flussi di persone previsti in città senza penalizzare i servizi pubblici già esistenti, ci poniamo alcune domande su come questa Amministrazione continui a (non) funzionare.
Se Agesp Attività Strumentali è una municipalizzata del Comune, dovremmo infatti dedurre che agisca sulla base del mandato dell’Amministrazione comunale. Come può quindi il partito del Sindaco prendere posizione contro questo progetto? In base a quale mandato agisce Agesp Attività Strumentali? Ma soprattutto, quale posizione ha il Sindaco?
Come Partito Democratico riteniamo fondamentale un chiarimento su come l’attuale Amministrazione di centrodestra intenda programmare e gestire il servizio pubblico delle farmacie sull’intero territorio comunale, quali investimenti intenda fare e sulla base di quali studi/osservazioni/relazioni tecniche.
Agesp rivendica la farmacia alla Mizar: «Sostenibile se ne accorpiamo altre due»