Funivia del Mottarone, fermate tre persone. “Sapevano che i freni erano fuori uso”

cabina funivia mottarone stresa

STRESA – «Sapevano che la funivia viaggiava senza freni». È quanto sarebbe emerso nella notte dagli interrogatori di Luigi Nerini, gestore della funivia precipitata domenica 23 al Mottarone provocando 14 vittime, del responsabile del servizio Gabriele Tadini e del direttore di esercizio Enrico Perocchio. La procura della Repubblica di Verbania, coordinata da Olimpia Bossi titolare dell’inchiesta, ha disposto il loro fermo. La clamorosa svolta è arrivata dopo gli interrogatori cominciati ieri e che si sono susseguiti fino all’alba di oggi, mercoledì 26, nella caserma dei carabinieri di Stresa. I tre fermi dovranno ora essere convalidati dal gip.

In buona sostanza, il sistema di emergenza dei freni sarebbe stato manomesso per risolvere un’anomalia. Secondo la procuratrice Bossi, i tre erano consapevoli del rischio fin dal 26 aprile, giorno in cui l’impianto ha ripreso a funzionare. La cosiddetta forchetta, cioè il dispositivo che consente di disattivare i freni, non è mai stata rimossa. Una inquietante negligenza che ha impedito che i freni bloccassero la cabina precipitata nel momento in cui si è spezzata la fune trainante. Secondo le prime dichiarazioni dei titolari dell’inchiesta, il meccanismo sarebbe stato consapevolmente inserito «per evitare disservizi e blocchi della funivia. Il sistema presentava delle anomalie e avrebbe avuto bisogno di un intervento più radicale con un blocco dell’impianto prolungato».

I tre fermati nella notte per l’incidente alla funivia del Mottarone hanno ammesso di aver volontariamente disattivato il freno di emergenza. Lo afferma il comandante provinciale dei carabinieri di Verbania, tenente colonnello Alberto Cicognani. «Il freno non è stato attivato volontariamente? Sì, sì, lo hanno ammesso», dice l’ufficiale dell’Arma ai microfoni di Buongiorno Regione, su Rai Tre. «C’erano malfunzionamenti nella funivia, è stata chiamata la manutenzione, che non ha risolto il problema, o lo ha risolto solo in parte. Per evitare ulteriori interruzioni del servizio, hanno scelto di lasciare la” forchetta”, che impedisce al freno d’emergenza di entrare in funzione». Il comandante Cicognani ha precisato inoltre che gli indagati «non lo hanno fatto per fare del danno e questo rende la cosa più grave. Probabilmente non avevano la consapevolezza. Hanno sottovalutato un rischio e questo è altrettanto grave».

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