«Le feste devono essere fatte nei luoghi adatti»

busto porfidio reguzzoni

Vorrei precisare che gli organizzatori della festa di San Giuseppe non hanno prestato attenzione a due realtà che caratterizzano quella zona. Realtà che ricorrono non solo in determinati giorni, come può essere una festa patronale, ma sono presenti ogni giorno dell’anno. Penso all’ospedale e all’obitorio che sono vicini al parco dove si è tenuto l’evento. Luoghi non certo di festa, bensì di dolore, luoghi che esigono  rispetto e silenzio. Rispetto non solo per chi soffre, ma anche per chi si reca a far visita ai propri cari, sia che siano malati, sia che siano defunti. Quindi a mio modesto parere chi ha organizzato questa festa e ha dato l’autorizzazione manca di sensibilità e si è lasciato coinvolgere solo dall’entusiasmo della festa, cosa positiva, ma fatta in luoghi non adatti. Festa caratterizzata pure da un vero e proprio ristorante all’aperto nel parco e bancarelle che hanno intralciato pesantemente la viabilità di ben due strade a intenso traffico, parlo di viale Stelvio e corso Italia, mettendo pure in difficoltà un eventuale utilizzo di mezzi di soccorso. In fine a Mario Cislaghi, che definisce polemico il mio comportamento, rispondo che come obiettivo ho solo l’interesse dei cittadini e dei commercianti. Ho voluto solo mettere in evidenza dei fatti. Sono stupito e deluso che l’amministrazione comunale abbia concesso le autorizzazioni di una festa con i criteri che sono poco rispettosi per i luoghi in cui si è svolta. Anche per questo ho fatto ufficiale richiesta in Comune affinché vengano posizionati cartelli con su scritto “Zona di silenzio” nelle seguenti vie: corso Italia, viale Stelvio e Via Arnaldo da Brescia.

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