Filosofarti 2022, l’emozione del pubblico di nuovo in sala. Arriva Massimo Cacciari

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GALLARATE – «Dopo due anni di Filosofarti solamente in versione digitale, rivedere il pubblico in sala, e in spazi gremiti di persone dialoganti con i relatori, curiose e in qualche modo costituenti un’agorà del pensiero, è stato davvero di grande emozione e soddisfazione, anche rispetto a tutti gli enti e a tutte le amministrazioni che ci sostengono». È questo il bilancio tracciato da Cristina Boracchi, curatrice della manifestazione e dirigente del liceo Crespi di Busto Arsizio, riguardo alla prima giornata di ieri, sabato 19 febbraio: «Ha confermato al meglio le aspettative di noi organizzatori: ancora una volta il festival è capace di rispondere ai bisogni culturali del territorio e, con le registrazioni online di alcuni degli eventi, avremo anche modo di cogliere l’attenzione nazionale».

Umberto Galimberti con Cristina Boracchi

Le lezioni magistrali

Gli eventi principali sono state le lezioni magistrali che hanno avuto come protagonisti Umberto Galimberti ed Enzo Bianchi. Il primo ha dedicato la sua riflessione all’educazione familiare e scolastica: «Il professore – ha spiegato Boracchi – ha sottolineato come l’assenza del desiderio, ovvero la mancanza di un progetto di vita verso il quale spingersi, sia il vero problema degli adolescenti e dei giovani di oggi. Se è vero che l’“ospite inquietante” di cui ci parla Nietzsche è il nichilismo, a fianco di un nichilismo passivo deve svilupparsi un nichilismo attivo, cioè una volontà di perseguire i propri sogni nonostante tutto».
Per fare ciò bisogna però sostenere la formazione della persona nella sua integrità: «In questo la scuola ha un ruolo fondamentale se non riduce il rapporto maestro-alunno a mera relazione di insegnamento o di trasmissione di saperi, mentre sarebbe fondamentale operare sulla crescita e sull’educazione alle emozioni e all’affettività. Una cosa che manca, al punto da creare o mantenere fragilità anche gravi, rispetto alle quali le famiglie sono spesso impotenti a operare. Inoltre mancano i riti di passaggio perché il tempo della tecnica è un tempo liquido, fluido, e l’adolescenza si prolunga senza fine, non riuscendo mai a superare una fase della vita che dovrebbe solo preparare all’età adulta».
«È stata poi molto interessante – ha osservato Boracchi – la prospettiva teologica esposta da padre Enzo Bianchi, che ha voluto soffermarsi sul tema della “sequela”, termine e concetto tardivo nella cultura cristiano-cattolica ma che incide fortemente su una rilettura dei testi sacri. “Sequela” non è imitazione del Cristo, ma è scelta fondamentale per lo sviluppo del sé e della comunità cristiana».
Anche gli eventi destinati a un pubblico meno vasto sono stati premiati da un’affluenza ampia e partecipe, a cominciare da “In.Visibili Concezioni”, rassegna fotografica allestita al Sestante da Rosa Colacoci, che, con immagini in un rigoroso bianco e nero – una delle quali è stata voluta fortemente da Papa Francesco – mostra i segreti di una confraternita religiosa, per giungere all’esperienza proposta da Civico 3 con il vernissage di Sara Gorlini sul tema della cura e dell’abbandono, che ha visto anche una performance di Betty Colombo.

Padre Enzo Bianchi, fondatore e fino a gennaio 2017 priore della comunità monastica di Bose

La riflessione di Massimo Cacciari con Kafka e Shakespeare

Tra gli appuntamenti futuri Boracchi ha sottolineato quelli di domani, lunedì 21 febbraio: «L’incontro alle 17.30 con Mario Iodice, a cura dell’assessorato alla Cultura del Comune di Laveno Mombello, è stato organizzato nell’ambito della rete dei licei classici e si potrà seguire sul sito di Filosofarti: si intitola “Nella terra del mito: mostri, demoni e luoghi fantastici greci” e parlerà di permanenze ed eredità nell’immaginario collettivo occidentale. Superfluo poi ricordare l’evento in presenza di Massimo Cacciari, alle 21 al Teatro delle Arti di Gallarate, per riflettere sul tema della figliolanza attraverso la lettera al padre di Kafka e la rilettura del Re Lear di Shakespeare.
Martedì 22 è previsto alle 21 l’intervento di Carlo Sini ma, diversamente da quanto annunciato nel programma, non sarà in presenza: per motivi precauzionali, recentemente richiesti dal professore stesso, si svolgerà online e l’oggetto della sua riflessione sarà “L’uomo eurocentrico: la fine delle immagini ideali”. Sempre online, perché questo è il suo modo di comunicare, sarà anche l’appuntamento di mercoledì 23 alle 21 con Matteo Saudino, filosofo e blogger molto amato dai più giovani che attraverso la scuola di Mileto getterà su uno sguardo nel futuro.
In questo periodo ancora non del tutto fuori dalla pandemia – ha raccomandato Boracchi – ricordiamo di controllare sempre il sito www.filosofarti.it per vedere se ci sono eventuali cambiamenti nel programma, dovuti alle emergenze che potrebbero verificarsi in corso d’opera».

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