Eredità e futuro, Filosofarti 2022 si apre con Umberto Galimberti e Enzo Bianchi

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GALLARATE – «“Eredità – Fare futuro”: Abbiamo scelto un titolo impegnativo per l’edizione 2022 di Filosofarti, manifestazione che ormai, grazie all’informatica e ai sistemi online, si è estesa ben oltre la sua area geografica per l’attenzione che è in grado di richiamare». Cristina Boracchi, dirigente del liceo Crespi di Busto Arsizio e curatrice della rassegna, ha illustrato oggi, giovedì 3 febbraio, il programma degli eventi che si svolgeranno in modalità «blended”, in presenza e in Rete, da sabato 19 febbraio a martedì 29 marzo. Alla presentazione hanno partecipato, tra gli altri, Claudia Mazzetti, Manuela Maffioli, Enzo Laforgia, Marina Grassani, Maura Orlando, Giuseppe Blumetti e Mario Iodice, assessori alla Cultura rispettivamente di Gallarate, Busto Arsizio, Varese, Arona, Samarate, Besnate e Laveno.

Cristina Boracchi, dirigente del liceo Daniele Crespi di Busto Arsizio e curatrice di Filosofarti

L’”Angelus Novus” di Paul Klee

Espressione del centro culturale del Teatro delle Arti, presieduto da Elena Balconi e con don Riccardo Festa come promotore, il festival prosegue nella linea tracciata dal fondatore don Alberto di un confronto aperto. «La terza edizione in età pandemica ci vede coraggiosamente in pista, come sempre bisognosi di un sostegni economici e con un pubblico ancora un po’ impaurito, che preferisce una dimensione culturale online», ha raccontato Boracchi. «Quest’anno il suo simbolo è l’“Angelus Novus” di Paul Klee, che apre le ali e, sebbene lo sguardo sia rivolto alle rovine del passato, viene spinto dal vento della storia verso il futuro. Che cosa riceviamo e lasciamo in eredità: è questa la grande responsabilità, tra patrimonio da far fruttare ed esperienza da custodire, di cui tratterà Filosofarti».

Claudia Mazzetti, assessore alla Cultura di Gallarate

Il programma

La rassegna, che ha ricevuto il plauso della città metropolitana di Milano, vede Arona partecipare per la prima volta con l’appuntamento di Eugenio Borgna “Sofocle. Antigone e la sua follia” e l’ann o prossimom collaborerà con Lonate Ceppino; con “L’eredità della memoria” di Vincenzo Ciarraffa darà la possibilità di visitare Villa Montevecchio a Samarate. Ma «basta un tampone positivo a far spostare tutto», ha ricordato Boracchi invitando a controllare sempre il programma «in fieri» degli eventi sul suo sito, principale punto di riferimento per essere informati su rinvii e cambiamenti nella logistica.
Il festival avrà inizio sabato 19 febbraio a Gallarate con le lezioni magistrali di Umberto Galimberti ed Enzo Bianchi, rispettivamente al Teatro delle Arti e alla Basilica di Santa Maria Assunta. Tra gli altri ospiti sono attesi Massimo Cacciari, Carlo Sini, Roberta e Guido De Monticelli con la conferenza/spettacolo “Muri di pietre e muri di idee – L’autobiografia di Altiero Spinelli”, Umberto Ambrosoli e Piergiorgio Odifreddi.
Non mancheranno gli appuntamenti musicali, che avranno come protagonisti l’Ensemble Amadeus, Max de Aloe e Roberto Olzer e il coro e orchestra Vox Cordis; quanto al teatro, andranno in scena gli spettacoli “Fedone, di Platone”, della Compagnia Rivolta, associato a “Il lascito valoriale di Socrate” di Franco Trabattoni, e, in occasione dell’8 marzo, “Stria”, di Claudia Donadoni e Giovanni Bataloni. Sono inoltre previste le proiezioni di “Cafarnao”, “Straniero, io?” e la lezione magistrale di Matteo Inzaghi, direttore di Rete 55, all’Istituto Antonioni di Busto Arsizio. A Castellanza Villa Pomini ospiterà tra i vari eventi la mostra “Paesaggio, un’eredità mutevole” dell’Archivio Fotografico Italiano.

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Manuela Maffioli, vicesindaco e assessore alla Cultura di Busto

«La cultura non è stata dimenticata»

«La pandemia ha profondamente cambiato le dimensioni in cui si svolgono gli eventi, in tanti ambienti», ha osservato Mazzetti. «Ma la formula che contraddistingue Filosofarti ha saputo dare una risposta: si propone di aprire le menti, per aiutare a vedere e comprendere i tanti aspetti delle difficoltà che la vita ci mette davanti. E trasmette un patrimonio nel migliore dei modi, come la provincia di Varese sa fare quando agisce in rete».

«Sono da tre anni a Gallarate e sto ancora conoscendo il circondario: Filosofarti permette di coglierne le risorse», ha aggiunto monsignor Festa. E, riguardo al tema della rassegna, «abbiamo appena celebrato la festa della Sacra Famiglia, legata al comandamento ai figli di onorare il padre e la madre. Onorare chi mi ha preceduto, l’eredità che ho ricevuto: non potrà che andare a beneficio delle generazioni future».

«È un piacere contribuire a Filosofarti, manifestazione che già ho seguito come insegnante e che ormai non è solo un patrimonio della provincia, ma anche un presidio culturale», ha dichiarato Laforgia. «E il tema scelto rispecchia in modo particolare quelli portati avanti in questo momento, soprattutto nel campo dell’ambiente, con un “capovolgimento” del senso di responsabilità verso le generazioni che verranno: noi siamo “eredi” dei nostri figli».

«Quello di Busto con Filosofarti è un legame tradizionale, che si rinnova anche quest’anno seguendo un pensiero importante: ciò che siamo, in virtù di ciò che siamo stati», ha sottolineato Maffioli. «Proporremo tredici appuntamenti in otto location, tutte differenti tra loro, che spazieranno dalla galleria d’arte al cinema, dalla libreria all’Istituto Cinematografico Michelangelo Antonioni. Questa manifestazione corrisponde alla nostra idea di cultura diffusa sul territorio: costituisce un mondo a sé, con ospiti autorevoli e pensieri alti, di cui siamo orgogliosi di fare parte. La caratterizza inoltre la ricchezza di proposte, che può solo fare bene: Busto Arsizio c’è, tanto per i contenuti quanto per i luoghi che li ospiteranno, che sono altrettanto importanti».

«I due anni di pandemia hanno fatto crescere grandemente i bisogni socioassistenziali del territorio ma le iniziative culturali non sono state dimenticate, come nel caso di un suo fiore all’occhiello quale Filosofarti», ha confermato Ampollini. «Varese è ai vertici delle classifiche della qualità di vita per produttività e reddito, ma quando guardiamo alla cultura si scende in fondo. Ha però risorse da tirare fuori – il pensiero va alla maieutica di Socrate – per fare capire ai nostri concittadini che sia possibile fermarsi e riflettere, per dare un senso a ciò che stiamo facendo. E magari, nonostante l’aiuto dato dalle tecnologie, potendosi anche guardare in faccia».

Enzo Laforgia, assessore alla Cultura di Varese
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