Fondazione Molina e Lilt, open day a Varese per le visite senologiche gratuite

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Da sinistra: Francesca Rovera, Ivanoe Pellerin e Carlo Maria Castelletti

VARESE – In occasione del “mese rosa” la Fondazione Molina aprirà le sue porte per partecipare alla campagna di prevenzione oncologica al seno promossa dalla Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori. Ieri, 14 ottobre, Carlo Maria Castelletti e Ivanoe Pellerin, presidenti rispettivamente della struttura e della Lilt della provincia, hanno illustrato, alla presenza del direttore sanitario Giuseppe Ferrari, i particolari di “Nastro Rosa”, iniziativa per cui venerdì 21 ottobre dalle 16 alle 18 gli ambulatori della Rsa saranno messi a disposizione dell’associazione per visite senologiche gratuite effettuate dall’equipe di Francesca Rovera, docente e direttrice del Centro di ricerche in Senologia dell’Università dell’Insubria, nonché responsabile della Breast Unit Asst dei Sette Laghi di Varese. Sarà inoltre possibile ricevere materiale informativo e consigli utili sulla prevenzione.

Intercettare una fascia di età altrimenti esclusa

Come ha ricordato Castelletti, la disponibilità dei tre ambulatori, aperti a tutta la popolazione femminile della città, vuole essere anche un’attenzione rivolta a tutte le dipendenti della Fondazione Molina, «un patrimonio di Varese: la maggior parte dei nostri operatori sono donne, ed è un dovere promuovere il benessere fisico e sensibilizzare sui temi della salute attraverso l’attività promossa dalla Lilt. Si tratta di un’offerta rivolta soprattutto alle più giovani, che porta con sé un valore aggiunto: quello di poter intercettare una fascia di età che altrimenti rischierebbe di rimanere esclusa dagli screening ufficiali, solitamente relativi a quella dai 45 ai 74 anni». Per fissare un appuntamento occorre chiamare il numero 380/8644677 da lunedì a venerdì dalle 15 alle 18 (senza la prenotazione la visita è possibile ma non garantita).

La campagna “Nastro Rosa”

«Nel corso di ottobre – ha spiegato Pellerin – si svolge uno dei principali appuntamenti della Lilt: la campagna “Nastro Rosa”, che ha per obiettivo la sensibilizzazione delle donne sull’importanza della prevenzione e della diagnosi precoce del più frequente tra i carcinomi femminili: il tumore della mammella». La sua incidenza è in continuo aumento, ma la mortalità è in calo poiché il 90% dei casi può essere curato, se diagnosticato precocemente: «È fondamentale nel determinare le differenze nella terapia e nella possibilità di guarigione. Questo mese nel territorio della provincia è ampia l’offerta, da parte della nostra associazione, di visite gratuite con eventuale ecografia, alla quale le donne stanno aderendo con grande entusiasmo e sensibilità».

L’arma più importante per combattere le malattie oncologiche

«Con l’arrivo del Covid – ha continuato il presidente provinciale della Lilt, associazione che nel 2022 compie cento anni e ha ricevuto dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella la medaglia di onore al merito per la Salute – sono stati abbandonati controlli e follow-up: è atteso un incremento delle diagnosi di tumore all’anno, da 373mila a 380mila e, nel caso specifico di quello dal seno, da 55mila a 6omila. «Arrivare prima, arrivare presto: bisogna riprendere una cultura della prevenzione, l’arma più importante per combattere le malattie oncologiche». In particolare Pellerin ha indicato alcune linee guida su cui concentrarsi, come una diagnosi precoce su donne sempre più giovani, controlli codificati per seguire quelle che abbiano già avuto un tumore al seno e anche il coinvolgimento del mondo scolastico.

Numeri da fenomento epidemiologico

Per affrontare una malattia che ha ormai i numeri di un fenomeno epidemiologico «occorre – così Rovera – un approccio senologico a trecentosessanta gradi: con l’ottobre rosa da anni mettiamo in campo queste iniziative per sensibilizzare la popolazione femminile, in un momento in cui la provincia di Varese vede 850 nuove diagnosi ogni anno, con un’incidenza di una persona su dieci rispetto alla media italiana di una su dodici». A questo riguardo nelle visite senologiche è importante non solo l’approccio clinico, ma anche quello conoscitivo: «Come dimostra l’esperienza delle breast unit, bisogna prendersi in carico pazienti a cui la vita è stata stravolta dalla malattia. Pensare quindi a curare non un tumore alla mammella, ma una paziente con un tumore alla mammella».

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