Fontana: l’ospedale unico Busto-Gallarate rimane in agenda. E sui treni arriveranno i militari

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Attilio Fontana, presidente della Regione a capo della coalizione di centrodestra, dal 26 marzo scorso è al lavoro nell’ufficio al 35° piano di Palazzo Lombardia. Come valuta queste prime settimane di impegno politico e amministrativo?
“Do una valutazione positiva. Si è formata la squadra con persone fidate e competenti, che mi seguiranno nei prossimi cinque anni. Del resto, l’attività che mi aspetta e che ci aspetta è complessa, richiede la massima collaborazione e fiducia. Il tutto in funzione del programma che intendiamo realizzare”.

Attività complessa, lei sottolinea. Quali le maggiori criticità?
“Diciamo innanzitutto che siamo già entrati nel merito di alcuni problemi. E abbiamo assunto una serie di importanti provvedimenti e di relativi investimenti. Mi riferisco in particolare agli asili nido, alle case popolari, al taglio dei superticket sanitari”.

Superticket che per ora sono rimasti invariati.
“Vero, ma si tratta di una questione puramente procedurale: la decisione di ridurli è stata assunta dalla giunta, ma dovrà necessariamente passare per la apposita commissione consiliare, che è appena stata formalizzata. Entro pochi giorni i cittadini lombardi risparmieranno il 50 per cento sui superticket”.

 Tra le questioni più spinose c’è sempre la Sanità. La riforma stenta a decollare. Presidente Fontana, che ne dice?
“Intanto abbiamo nominato il nuovo direttore generale, Luigi Cajazzo, un tecnico competente e una persona stimata. Sul suo nome c’è stata la massima condivisione con l’assessore al Welfare, Giulio Gallera. In quanto alla riforma, in alcuni comparti sta già funzionando con la massima collaborazione di tutto il sistema”.

In altri, invece, i medici di base pongono paletti. Vero?
“Sì, ma è chiaro che una riforma così importante ha bisogno di un periodo di rodaggio per entrare a regime ed essere accettata da tutti gli attori interessati”.

Resta valido il progetto per l’ospedale unico tra Gallarate e Busto Arsizio, del quale nessuno parla più?
“Per quanto mi riguarda è sempre in agenda. E non solo perché lo chiede il territorio”.

Questione sicurezza sui treni: qual è la sua posizione?
“Finalmente c’è chi si è accorto del preoccupante problema: quando ne parlavamo noi della Lega eravamo presi per matti. Ora, per quanto riguarda la sicurezza, anche Giuseppe Sala, sindaco di Milano, ha lanciato l’idea del daspo urbano. Non sono un esperto di sicurezza: non dico che per risolvere il fenomeno bisogna fare così, dico invece che bisogna fare qualcosa. Presto avremo un incontro in prefettura per mettere a punto una serie di interventi. Non solo per i treni. Valuteremo l’opportunità di far intervenire anche l’esercito”.

I pendolari si lamentano per la mancanza di sicurezza e per l’inefficienza del servizio.
“Hanno ragione. Ho ben presente la situazione e mi sto muovendo di conseguenza per migliorarla”.

Nei giorni scorsi è emersa la criticità di alcune società partecipate della Regione. In proposito?
“Ci stiamo guardando dentro, cercando di capire i problemi. Il nostro obiettivo è di rendere efficiente l’attività di tutte le partecipate”.

Rapporti politici: che cosa segna il termometro regionale?
“Nel centrodestra si viaggia senza ostacoli insormontabili. I rapporti vanno bene come credo non siano mai andati negli ultimi vent’anni. Il rapporto con gli assessori è ottimo. Come credo lo sia anche con l’Aula, benché sinora, per ragioni oggettive, non abbia avuto modo di frequentarla spesso”.

Le tensioni romane possono ripercuotersi in Regione?
“Esiste un modello Lombardia che ha già dato i suoi frutti. Un modello che va preso ad esempio. No, da Roma non ci sono ritorni negativi in Regione”.

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