Forza Italia, una sede tira l’altra

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Il rinnovamento di Forza Italia, così come figurato giusto ieri, giovedì 26 luglio, da Silvio Berlusconi all’incontro di Roma con deputati, senatori e eurodeputati, passa anche dalle sedi. Perlomeno, vi passa a Busto Arsizio e nelle principali città del Varesotto, capoluogo compreso, dove le inaugurazioni degli uffici dedicati al partito si sono succedute negli anni a ritmi abbastanza sostenuti e quasi con cadenza periodica. Come se si volesse sottolineare indirettamente le diverse fasi politiche che hanno caratterizzato la vita di Forza Italia, con la Casa delle Libertà, il Popolo delle Libertà e, di nuovo, Forza Italia ma nell’aggregazione di centrodestra.
Posizionamenti e riposizionamenti che avrebbero dovuto tenere alte le percentuali elettorali, intuizioni politiche che, per un certo periodo, hanno contribuito a diffondere un’ampia fiducia in Berlusconi e nelle sue truppe, spingendoli al governo del Paese e di una miriade di amministrazioni civiche.
Il partito adesso arranca, stretto tra risultati deludenti alle urne e l’alleato leghista che imbocca altre vie. Così, tra speranze e promesse di assisi congressuali e quant’altro segnali un vero rilancio democratico interno, nasce “L’altra Italia”, serie di iniziative affidate ad Antonio Tajani e Adriano Galliani, non proprio volti inediti nello scenario berlusconiano in fase di restyling.
A Busto la ripartenza comincia dalla nuova sede. Se la memoria non ci inganna, la sesta della serie in città: via Sant’Ambrogio, via Montebello (ah, l’entusiasmante stagione dell’Officina delle Idee!), piazza Volontari della Libertà, via Confalonieri, via Rossini, fino a via Costa, inaugurata oggi, venerdì 27. Per carità, nulla di negativo se non fosse che alcuni di questi traslochi sono dovuti al mancato pagamento degli affitti o a “incomprensioni politiche” con i proprietari che avevano ceduto i locali a titolo gratuito. Una precarietà economica che riguarda però tutti i partiti, non sempre capaci di far fronte alla pigione del loro domicilio. Altri tempi quando la politica faceva comunella con finanziatori poi transitati collettivamente in Tangentopoli. Sedi faraoniche e costose in tutte le città. A Varese: via Parravicini per la Dc, via Gradisca per il Psi, via Monterosa per il Pci. Due sedi per la Lega Nord, quella storica di piazza del Podestà e quella di via Magenta. Quest’ultima, dismessa. Per non dire di via Culin a Busto Arsizio, per un quarto di secolo riferimento del Carroccio, ora sistemato in spazi più ristretti. Furono invece costretti a far le valigie i berlusconiani dagli uffici in piazza Carducci a Varese: sfrattati per morosità. Una girandola di appartamenti e negozi impensabile per noi comuni mortali, che alla politica guardiamo sempre più spesso con disappunto. Se andassimo a sfruculiare scopriremmo situazioni imbarazzanti nella gestione delle locazioni e, appunto, degli affitti. Dappertutto e in senso traversale, da sinistra a destra al centro.
Intanto, Forza Italia si rinnova. In provincia di Varese sposta alcune pedine e ne promuove altre ai vertici del partito. Sempre i soliti nomi. Fino alla prossima sede. Finché non sarà obbligata a prendere esempio dal suo uomo forte: Gioacchino Caianiello detto Nino, che neanche compare nell’organigramma del partito ma ha eletto il proprio quartier generale in un bar di Gallarate. Lui lo chiama l’ambulatorio: tutti passano da lì. Non paga l’affitto, al massimo un caffè.

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