A Busto c’è Francesco Mandelli. Non è più un Solito idiota ma un tenero papà

francesco mandelli libro

BUSTO ARSIZIO – Alla libreria Ubik di Busto Arsizio è arrivato insieme alla compagna Luisa e a Giovanna, sua dolcissima figlia e musa ispiratrice. L’incontro di ieri, venerdì 23 novembre, è stato infatti l’occasione per Francesco Mandelli, attore, conduttore televisivo e musicista, per presentare il romanzo d’esordio“Mia figlia è un’astronave”.

Il miracolo di una nuova vita

Ieri sera alla libreria Ubik Mandelli ha presentato “Mia figlia è un’astronave”, suo debutto letterario edito da DeA Planeta. Messi da parte i personaggi che l’hanno reso popolare in vent’anni di carriera, come il Nongiovane o I soliti Idioti, con la consueta vena ironica ha rivelato nel romanzo il suo lato più profondo, raccontando con serenità le paure degli uomini: eterni adolescenti e padri imperfetti. A Francesca Favotto, che dialogando con lui ha domandato come è nato il titolo del libro, ha risposto che l’astronave è una metafora per rappresentare lo stupore del miracolo di una nuova vita. Perché la nascita di un figlio è qualcosa di ancestrale e incredibile: arriva un corpo celeste, extraterreno ed extraterrestre, a stravolgerti l’esistenza. In qualche modo distrugge il te stesso precedente e ne fa nascere uno nuovo. A dispetto del titolo, non si tratta di un romanzo che racconta il rapporto tra padre e figlia, né di un’opera autobiografica. La storia narra le vicende di Jacopo e Nabo, due uomini che devono affrontare la paura di ritrovarsi padri in una società in cui sono cambiate le cose, e il ruolo di uomo e donna si alterna e spesso s’inverte tra casa, lavoro, maternità e paternità.

Una vita stravolta da quattro anni

Alcuni elementi però, ha confessato durante l’incontro, rimandano alla sua vita. Da quattro anni a questa parte è stata completamente stravolta dall’arrivo di quell’astronave da un mondo nuovo e sconosciuto, di quel “corpo celestiale” che è sua figlia: «Perché alla fine è sempre l’arrivo di una donna che ti cambia la vita, e l’arrivo di un figlio te la stravolge perché da lì non si torna indietro. Ho passato nove mesi a casa con lei, ho avuto il privilegio di dare uno stop al lavoro e vivermi i primi mesi di Giovanna a tempo pieno. Mi ha fatto capire che dovevo partire da zero per fare qualcosa di nuovo, la cosa di cui ero davvero innamorato era mia figlia. È così che è nata l’idea di scrivere un libro, dopo aver girato film come regista e attore, dopo aver scritto sceneggiature, canzoni e fatto tv». Mandelli ha poi raccontato del tenero rapporto che lo lega a “Giò”, come la chiama, sciogliendosi in sorrisi spontanei e rivolgendosi a lei, come ogni papà premuroso, non appena sentiva un accenno di pianto. Ora è un esempio per Giovanna, anzi è l’esempio, e se prima si sentiva i addosso riflettori dello spettacolo ora sa di avere sempre puntati quelli di lei, che come ogni bimba adora il padre. Alla domanda su quali saranno i suoi progetti futuri, ha anticipato che dal 7 dicembre sarà a teatro con “Proprietà e Atto”, una pièce del drammaturgo Will Eno. Sta anche finendo di montare il suo ultimo film “Appena un minuto”, commedia per famiglie di cui ha curato la regia e che uscirà nelle sale a tra marzo e aprile. Inoltre continuerà la sue esperienza come doppiatore con “Pets – Vita da animali” e le domeniche a “Quelli che il calcio”. Prima di salutare ha però confidato che, sebbene non abbia ancora chiaro se preferirebbe dirigerlo lui stesso o farlo fare ad un collega, il suo sogno sarebbe trasformare “Mia figlia è un’astronave” in un film.

francesco mandelli libro – MALPENSA24