Capolavori restaurati al Fratello Sole, il microfestival inizia con Alfred Hitchcock

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BUSTO ARSIZIO – Tre appuntamenti per chi vuole ammirare film di culto che hanno fatto la storia del cinema, riportati a nuova vita dalla Cineteca di Bologna. Si tratta di “Capolavori restaurati”, microfestival in programma al cinema Fratello Sole di Busto Arsizio: a cura di Paolo Castelli, docente dell’Istituto Cinematografico Michelangelo Antonioni, il primo appuntamento sarà con Alfred Hitchcock sabato 16 novembre alle 21.

Gli uccelli

Si partirà con “Gli uccelli” di Alfred Hitchcock (USA, 1963, 120′, drammatico). A San Francisco un brillante avvocato (Rod Taylor) invita l’affascinante e ricca Melanie (Tippi Hedren) a passare dei giorni in villeggiatura a Bodega Bay, per festeggiare il compleanno della sorellina (Veronica Cartwright). Durante la festa, uno stormo di gabbiani attacca gli invitati: sarà soltanto l’inizio di un terribile incubo in cui gli uccelli seminano il terrore tra gli esseri umani.
“Tratto da un racconto di Daphne du Maurier, modificato da Alfred Hitchcock e dallo sceneggiatore Evan Hunter, “Gli uccelli” è probabilmente il film più estremo del regista inglese che, mai prima d’allora, si era spinto tanto in là nelle innovazioni degli effetti speciali pre-digitali e nel ricorrere al para-normale. L’angoscia nasce, in particolar modo, dall’incapacità di capire il motivo di un’aggressione (perché gli uccelli attaccano gli uomini?). Il montaggio è frenetico e il film risulta senza pause o cali di ritmo. Sorprendentemente, la si potrebbe definire una pellicola quasi sperimentale, viste le innovazioni nella colonna sonora: oltre al lavoro del compositore Bernard Herrmann e allo stormire dei volatili, il regista si è avvalso di una pista sonora elettronica all’avanguardia. La suspense, però, cresce grazie al serrato dispositivo visivo (movimenti della macchina da presa, punti di vista, composizioni…) ed è persino più palpabile nelle sequenze di quiete che in quelle dinamiche” (P. Castelli).

L’appartamento

Seguirà, sabato 23 novembre, “L’appartamento” di Billy Wilder (USA, 1960, 125′, commedia). Mediocre impiegato di una gigantesca società di assicurazioni, Bud Bexter (Jack Lemmon) fa carriera prestando il proprio appartamento ai suoi superiori per le loro avventure extra-coniugali, ricevendo, in cambio, scatti di carriera. Le cose cambieranno quando il gran capo della compagnia (Fred MacMurray) si presenterà in casa del protagonista con la dolce Miss Kubelik (Shirley MacLane), di cui Bud è da sempre innamorato.
Una delle migliori commedie ‘ciniche’ di Billy Wilder (scritta insieme a I.A.L. Diamond). Girato quasi completamente in interni (fotografia di Joseph LaShelle), in una New York grigia e avvolgente magnificamente ricostruita più vera del vero, che sta addosso ai protagonisti quasi soffocandoli. L’appartamento è la pellicola più amara e feroce di Wilder: gli individui si ritrovano, più per inerzia che per vero arrivismo, a sfruttarsi a vicenda nei modi più biechi e desolanti, andando a formare un grande equilibrio di ipocrisie e di egoismi. Tutto ciò, e questo è l’aspetto davvero rilevante, viene veicolato attraverso il registro della commedia leggera hollywoodiana. Grazie alle interpretazioni brillanti di Jack Lemmon e Shirley MacLaine, ai dialoghi spumeggianti e al consueto ritmo indiavolato della regia di Billy Wilder, il film scorre via leggerissimo e divertentissimo, ma, a posteriori, lascia dentro allo spettatore una profonda malinconia. Cinque Oscar (film, regia, sceneggiatura, scenografia e montaggio), più altre cinque nominaton” (P. Castelli).

Toro scatenato

Infine, sabato 30 novembre, sarà la volta di “Toro scatenato” di Martin Scorsese (USA, 1980, 129′, biografico). È la vita di Jake LaMotta (Robert De Niro), detto il “Toro del Bronx”, pugile italoamericano campione mondiale dei pesi medi nel 1949. Ebbe una carriera discontinua fatta di successi e cadute e una vita privata altrettanto irregolare, a causa del turbolento rapporto con la moglie Vickie (Cathy Moriarty) e col fratello manager Joey (Joe Pesci).
“Un biopic, tratto da una sceneggiatura di Mardik Martn e Paul Schrader rielaborata da Martn Scorsese con Robert De Niro. Scandita in tappe che alternano gli incontri sul ring a moment di vita personale, la parabola sportiva/esistenziale di Jake LaMotta disgrega i confini del genere del film pugilistco, perché all’autore interessa principalmente esplorare la personalità brutale e l’autolesionismo del protagonista e ritrarre l’affresco sociale di un mondo corrotto e violento (la boxe e i suoi legami con la malavita). Dalla splendida apertura sulle note della Cavalleria rusticana alle sequenze dei match filmate con incredibile, visionario realismo (ognuna risolta con una diversa soluzione stilistica: dal piano-sequenza con steady-cam al jump-cut e al ralent), il film si nutre del superbo bianco e nero di Michael Chapman (con alcuni spezzoni a colori) e del montaggio della fedele e geniale Thelma Schoonmaker, premiata con l’Oscar. L’altra statuetta vinta non poteva che premiare l’interpretazione di Robert De Niro, perfetto e rigoroso esempio del metodo Actors Studio” (P. Castelli).

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