Fusione tra Bardello, Malgesso e Bregano: il referendum slitta a inizio novembre

fusione Bardello
Il Municipio di Bardello (immagine da Google Maps)

BARDELLO – Slitta di un mese la data del referendum per la fusione tra Bardello, Malgesso e Bregano. La consultazione non si terrà in concomitanza con le elezioni amministrative del 3 e 4 ottobre, come originariamente previsto. I tre comuni sono ancora in attesa di istruzioni da Regione Lombardia: si voterà probabilmente nella prima domenica di novembre.

In attesa di una data

Nello scorso mese di luglio i consigli comunali delle tre amministrazioni avevano approvato la modifica dei rispettivi statuti, inviando successivamente tutta la documentazione per l’indizione del referendum a Regione Lombardia. Non è ancora giunta la risposta ufficiale da Milano. «Stiamo aspettando le conclusioni della Regione – spiega il sindaco di Bardello Luciano Puggioni – non abbiamo ancora ricevuto le carte di ritorno che confermano il tutto». Dovrebbe essere solo questione di settimane: in ogni caso la data del referendum non si terrà ad ottobre, come si era ipotizzato in un primo momento nei mesi scorsi. Sarà proprio la Regione a dare il via libera e indicare la data precisa: indicativamente dovrebbe trattarsi della prima domenica di novembre.

Assemblee nei comuni

«Abbiamo in programma entro la metà di ottobre di organizzare delle assemblee pubbliche, una per comune nei tre comuni, per illustrare il tutto», spiega il sindaco di Bardello. Il tema non è ancora entrato nel vivo nei tre paesi: non si sono al momento costituiti comitati per il sì o per il no. Le prossime settimane saranno dunque quelle del confronto. Per i tre comuni la fusione rappresenta un’opportunità per ottimizzare al meglio le risorse a favore della comunità. Un percorso già iniziato nel 2015 con la nascita dell’Unione dei Comuni Ovest Lago Varese, che ha portato alla condivisione di alcuni servizi associati. Ma un solo comune permetterebbe ulteriori risparmi. «Ora le spese sono tutte moltiplicate per tre – osserva Puggioni, che è anche presidente dell’Unione – costi che andrebbero a ridursi ad una spesa unica, e così facendo si darebbe un servizio migliore alla cittadinanza».

Questioni di campanile

Il referendum non necessiterà di un quorum: la più grande incognita per i promotori si chiama dunque campanilismo. Bisognerà capire come si pronunceranno i cittadini in merito al progetto di unione. Nei piccoli centri infatti, come accaduto in passato anche nel varesotto, spesso a vincere è l’attaccamento verso il proprio paese. Con la fusione nascerebbe un comune di circa 3800 abitanti e i tre consigli comunali verrebbero sciolti nel 2022, prima delle votazioni per eleggere il primo sindaco del comune unico.

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