Gallarate, 25 aprile il giorno dopo. Cassani: «Ricevo complimenti da tutta Italia»

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GALLARATE – «Sto ricevendo complimenti da tutta Italia», dice il sindaco Andrea Cassani. E’ il contraltare alle contestazioni e ai fischi ricevuti ieri, 25 aprile, dal palco durante il suo discorso ufficiale per le celebrazioni della Liberazione a Gallarate

Persino un parroco 

Se la sinistra ha duramente criticato l’intervento, c’è invece una vasta platea che si riconosce nelle sue parole. «Al di là dei tanti messaggi sui social», spiega il sindaco, «c’è anche chi si è preso la briga di cercare il mio indirizzo mail e scrivermi». Stanno arrivando lettere da Bergamo, Alessandria, Verona. Gli scrivono normali cittadini, forze dell’ordine, figli di reduci di Russia, persino un parroco. «Mi ha piacevolmente stupito in particolare proprio il sostegno della parte cattolica, parenti di chi ha combattuto la Resistenza senza riconoscersi nella parte socialista o comunista». Nonostante il clamore, Cassani continua a ritenere di non aver detto nulla di rivoluzionario. «Forse – prova a darsi una spiegazione – non sono cose che normalmente si dicono il 25 aprile». 

I messaggi 

Il primo cittadino scrolla lo smartphone, mostrando alcuni dei messaggi più significativi. «Se ci fossero tante persone come lei nelle istituzioni, sicuramente riusciremmo molto prima a scoperchiare falsi miti», gli scrivono da Bergamo. Inizia così invece la mail arrivata da Tortona: «Buongiorno, un amico mi ha girato il suo intervento del 25 aprile: deciso, vibrante e senza tante ipocrisie». C’è chi invece lo elogia per la coerenza, chi sostiene di aver parlato a nome di tanti che la pensano come lui, chi cita una frase di Umberto Bossi: «Il coraggio nessuno lo può regalare, bisogna che ogni uomo lo trovi nella propria anima». Da un noto hotel di Verona il titolare invece scrive: «La verità va sempre difesa ma non tutti hanno gli strumenti per farlo. Bravo». 

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