GALLARATE -«Non parlare». Il Mullah non perde il vizio del “pizzino” almeno stando agli inquirenti. Dopo l’appunto trovato nel suo portafogli con i 10mila euro da destinare a Tatarella, ecco il secondo messaggio. Nino Caianiello, il plenipotenziario di Forza Italia a Varese, arrestato nell’ambito dell’inchiesta della Dda di Milano su un sistema di corruzione in Lombardia di cui lui, è l’ipotesi, sarebbe stato il burattinaio, avrebbe mandato in carcere, tramite un detenuto tunisino, un messaggio trasversale ad Alberto Bilardo, ex segretario di Forza Italia a Gallarate.
Non parlare non dire niente
A raccontarlo davanti a inquirenti e investigatori è stato lo stesso Bilardo in uno dei suoi due interrogatori fiume resi nelle scorse settimane in procura. La vicenda, che non è stata messa a verbale, da quanto è trapelato, risale proprio alla mattina di uno dei giorni in cui l’ex segretario locale azzurro, ora ai domiciliari ma allora in cella pure lui a Opera, nel pomeriggio aveva appuntamento con i pm, probabilmente per essere interrogato la prima volta. Secondo quanto avrebbe riferito Bilardo, un detenuto gli avrebbe portato un messaggio verbale con cui Caianiello (tra i due c’è il divieto di comunicazione e di avvicinarsi) gli avrebbe suggerito di informarsi su come si può espiare la pena alternativa alla detenzione – l’affidamento ai servizi sociali – in una delle strutture di Don Mazzi. Messaggio questo che Bilardo ha interpretato come un invito a non parlare, a stare zitto. Cosa che poi è andata diversamente in quanto il politico gallaratese, che è stato pure componente del cda di una società pubblica di Busto Arsizio, Accam spa, ha reso dichiarazioni utili alle indagini, riempiendo parecchie centinaia di pagine di verbali. Indagini che potrebbero fare un passo avanti anche con l’analisi – che sta effettuando la Gdf – dei moltissimi sms e WhatsApp mai cancellati da Caianiello e ritrovati sul suo cellulare.