Mensa dei poveri: nessuno sa cosa abbia detto Bilardo. Ma la politica trema

tribunale milano

GALLARATE – Waiting for Petrone…Ma in realtà l’attesa è tutta per Alberto Bilardo. Il contesto è quello dell’inchiesta Mensa dei poveri che, lo scorso 7 maggio, ha spazzato via Forza Italia in Lombardia e ha portato all’arresto del plenipotenziario di Fi in provincia di Varese Nino Caianiello. Che, interrogato venerdì scorso, di fatto ha ribadito la sua linea difensiva: «Nulla di illegale, facevo tutto per il partito. Comandavo io perché Forza Italia mi aveva dato carta bianca». Qualcuno, tra gli inquirenti, aveva mormorato «Lo facevamo più intelligente», ma tanto è.

Bilardo l’uomo chiave tra Varese e Milano

Alessandro Petrone, l’ex assessore all’Urbanistica di Gallarate, anche lui finito agli arresti e oggi in carcere, con il Riesame che gli ha rigettato la richiesta di sospensione o di attenuazione della misura di custodia cautelare, è in attesa di essere interrogato dal pm Luigi Furno. «Non c’è ancora una data fissata – spiega l’avvocato Concetto Daniele Galati – Credo saremo ascoltati entro questa settimana, al massimo la prossima». Sul cosa Petrone potrà dire l’avvocato, ovviamente, mantiene il massimo riserbo: «Non c’è però alcuna volontà di sottrarsi al confronto con la procura – spiega il difensore – Bilardo e Miano sono tornati se non in libertà a casa, che è di certo un notevole passo avanti rispetto al carcere. Vorremmo ottenere lo stesso parere favorevole». Di fatto, il perno della vicenda gallaratese, al momento attuale, è costituito dalle dichiarazioni di Alberto Bilardo. Ingegnere, uno dei presunti uomini di fiducia di Caianaiello, capace, stando agli inquirenti, di far “girare” le mazzette sotto forma di prestazioni fantasma. Nessuno sa cosa abbia detto, ma tutti hanno paura. E’ certo che dalle dichiarazioni di Bilardo sono scaturite nuove contestazioni a carico del Mullah. Secondo indiscrezioni quando Caianiello ha capito il punto avrebbe vacillato, non mollando la posizione sin’ora tenuta ma dando segnali discordanti. Dopo l’interrogatorio di Bilardo la procura ha chiesto di riascoltare Pier Tonetti, notissimo imprenditore gallaratese che di fatto aveva già confessato di sapere che la combine relativa alla cessione dell’area di via Torino/ via Cadore a Gallarate per lo spostamento di un supermercato Tigros (Paolo Orrigoni, patron di Tigros è indagato da quel momento) era un’operazione illegale. Tonetti ha anche affermato che «Non soltanto Orrigoni ne era al corrente. Ma l’idea fu sua». La tangente, della quale Bilardo era al corrente a quanto pare, era da 50mila euro. Bilardo è centrale per questo: dopo il suo interrogatorio la procura ha chiesto di riascoltare Tonetti: «Mercoledì o giovedì. Una data certa ancora non l’abbiamo», commenta Cesare Cicorella, avvocato di Tonetti ma anche dell’architetto Piermichele Miano, coinvolto stando alla procura nella tangente al quadrato per l’area di via Mazzini che ha portato in carcere Leonida Paggiaro,  che dopo aver parlato ha ottenuto i domiciliari. Di fatto Bilardo oggi è l’uomo chiave, anche lui ai domiciliari dopo aver parlato con il pm, in relazione al filone gallaratese dell’inchiesta ma non solo. Stando agli inquirenti Bilardo avrebbe avuto anche contatti milanesi per conto di Caianiello.

mensa poveri caianiello bilardo – MALPENSA24