Caianiello dopo il patteggiamento: «Ho fatto i miei errori. E’ giusto che paghi»

Nino Caianiello
Nino Caianiello: "Ho chiuso con la politica"

GALLARATE – «Ho fatto i miei errori, è giusto che adesso paghi». La chiosa è di Nino Caianiello e arriva al termine di un’intervista iniziata con il ribadire un concetto preciso: «Con la politica ho chiuso». E del resto già Tiberio Massironi, che di Caianiello è il difensore nell’affaire Mensa dei poveri, poco dopo la decisione del Gup milanese Natalia Imarisio di ratificare tutti i patteggiamenti (a cominciare da quello del Mullah che chiude a 4 anni e 10 mesi) lo aveva sottolineato: «Si chiude un ciclo – ha commentato il legale – Non solo giudiziario ma anche e soprattutto politico. Chi oggi ha patteggiato non può pensare di riprendere in mano la politica a Varese o altrove». «Non vogliono neanche farlo – ha aggiunto Roberto Aventi, difensore di Alberto Bilardo  ex assessore a Somma e segretario cittadino di Forza Italia a Gallarate – Il mio assistito ha completamente cambiato vita. Il ciclo è chiuso definitivamente».

Ho chiuso con la politica

E del resto lo stesso Caianiello lo aveva dichiarato non appena tornato libero al termine del periodo di custodia cautelare dopo l’arresto nel maggio 2019. Oggi rivendica la decisione chiamando in causa promesse fatte ad altri: «Basta politica – spiega – L’ho promesso ai miei figli, l’ho promesso al dottor Furno (Luigi Furno, uno dei Pm milanesi che ha coordinato l’inchiesta ndr). Ho chiuso. Certo, la passione politica resterà per sempre, quella fa parte della mia natura. Certo non smetterò di pranzare con qualche vecchio amico che magari mi chiede qualche consiglio».

Un super teste per il dibattimento

L’ex leader azzurro guarda all’accordo raggiunto con la procura ringraziando «L’avvocato Massironi, uno dei migliori avvocati del foro di Busto Arsizio» ma anche lo stesso Furno definito «Un signore. Preparatissimo e dotato di grande umanità». Con il quale Caianiello ha collaborato «Come dimostrano quasi 90 ore di interrogatorio», aggiunge. Una collaborazione che, oggi, trasforma lui come, ad esempio Bilardo, e tutti coloro che hanno definito la loro posizione in sede odierna in super testimoni da chiamare al banco nell’altro processo, quello a dibattimento, che si aprirà il prossimo 18 novembre a Milano e che vede imputati, tra gli altri, anche il sindaco di Gallarate Andrea Cassani, l’ex Ad di Tigros Paolo Orrigoni, l’ex europarlamentare Lara Comi, oltre all’ex coordinatore provinciale di Forza Italia Carmine Gorrasi e il consigliere regionale Angelo Palumbo. «Le dichiarazioni che ho fatto in sede di interrogatorio sono quelle – spiega Caianiello – Se sarò chiamato a ribadirle in aula lo farò. Chi mi conosce lo sa: ho una parola soltanto».

Ho fatto i miei errori

Sul futuro il Mullah torna a guardare al sociale. Lo aveva già fatto quando aveva palesato il proprio addio alla politica. Il progetto di una Onlus che si occupasse di detenuti era poi rimasto in sospeso. «Non potevo fare diversamente – spiega oggi – Prima dovevo definire la mia posizione. Oggi è definita e tornerà a lavorare a quel progetto che ha già suscitato l’interesse di alcuni sostenitori». Sul fronte ipotesi restrizione per espiare i 4 mesi in sospeso dopo il patteggiamento Caianiello spiega: «Non sono un tecnico ma credo che la questione sarà definita in seguito. Intanto una delle cose che credo di aver capito stando ad Opera è che sei mesi di detenzione ne valgono almeno sette e mezzo. Quindi i 4 mesi già scendono a due e mezzo. E poi non è così automatico che l’espiazione debba avvenire in stato di detenzione. C’è, ad esempio, l’affidamento ai servizi sociali. Che credo chiederò. Del resto ho fatto i miei errori, è giusto che paghi».

Mensa dei poveri: accolti tutti i patteggiamenti. Caianiello “chiude” a 4 anni e 10 mesi

gallarate caianiello patteggiamento errori – MALPENSA24