GALLARATE – Il sindaco di Gallarate Andrea Cassani è stato ascoltato oggi, venerdì 10 maggio, come persona informata dei fatti (in sintesi come testimone) dal pubblico ministero milanese Luigi Furno, cotitolare della maxi inchiesta Mensa dei poveri, sul presunto sistema corruttivo che in Lombardia ha travolto Forza Italia e non solo, e ha portato all’arresto del plenipotenziario di Fi in provincia di Varese Nino Caianiello. Cassani è stato ascoltato per quattro ore dal magistrato.
Che il sindaco di Gallarate fosse del tutto estraneo al «Sodalizio criminale che coinvolgeva invece Caianiello e l’assessore all’Urbanistica di Gallarate Alessandro Petrone» i magistrati lo scrivono in modo chiarissimo nelle 700 pagine dell’ordinanza che è architrave dell’inchiesta precisando tra l’altro che Cassani è il solo ad opporsi alle pressioni di Caianiello e Petrone e per questo viene spesso insultato dai coinvolti nel corso delle telefonate intercettate.
«Gli onesti non hanno alcuna preoccupazione»
«Ho risposto a tutte le domande del pubblico ministero – spiega Cassani – In modo tranquillo e sereno. Ho parlato per quattro ore. E del resto chi non ha nulla da nascondere alle domande dei magistrati può rispondere anche per 24 ore senza avere alcuna preoccupazione». Cassani aveva già ribadito, del resto, la sua volontà di andare avanti a testa alta e, nonostante i magistrati abbiano sottolineato il suo ruolo nell’ostacolare i “piani” di Caianiello sulla variante al Pgt, lui aveva definito eroe Massimo Sandoni, il funzionario dell’ufficio Urbanistica del Comune di Gallarate considerato«bloccante» da Caianiello. Sandoni si è di fatto messo a disposizione dell’autorità giudiziaria registrando alcune conversazioni su mandato del pm, divenute preziosi elementi di indagine.
Gli imprenditori in procura
Nel frattempo oggi altri due imprenditori si sono spontaneamente presentati in procura accompagnati dai loro legali. Uno dopo l’altro gli uomini che si rivolgevano al sistema Caianiello per fare affari si stanno facendo avanti mettendosi a disposizione della magistratura.
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