Ecco il nuovo centro per l’autismo di Gallarate: «Nessuno sarà mai lasciato solo»

gallarate centro autismo presentazione

GALLARATE – «Oltre a essere un esempio di rigenerazione urbana, è un onore poter ospitare una struttura così importante: Gallarate c’è e ci sarà sempre». Poche parole ma esaustive, quelle del sindaco Andrea Cassani, in prima fila insieme ai numerosi ospiti che oggi hanno preso parte alla presentazione ufficiale del Centro per l’autismo che sta nascendo all’ex istituto scolastico Bonomelli. Tutti d’accordo sui punti cardine del progetto. Da una parte, l’obiettivo di realizzare un vero e proprio punto di riferimento per prendersi cura delle fasce più deboli e sostenere le loro famiglie. Dall’altro, un lavoro di squadra che ha coinvolto oltre alla proprietà, ovvero la Fondazione Bellora, anche Ats Insubria, Iescum (Istituto Europeo per lo Studio del Comportamento Umano) e la neuropsichiatria infantile della Asst Valle Olona. Tra i partner, poi, il Canton Ticino e la Supsi.

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I presenti

Uno a uno, tutti i presenti sono intervenuti per condividere e spiegare il loro contribuito, portando esperienze e risorse nella realizzazione di questo nobile progetto. Fa loro: l’autorità di gestione del programma Interreg Italia Svizzera, Enrico Colombo (presidente della Fondazione Bellora), Emanuele Monti (presidente Commissione Sanità Regione Lombardia), Marino Dell’Acqua (direttore socio-sanitario Asst Valle Olona). Ma anche Vanna Barca (direttrice di Fondazione Bellora), Luisa Lovisolo (Futura Europa, project manager Autismo), Mariarosa Ferrario (Asst Valle Olona), Arianna Ristallo (Fondazione Bellora Onlus, consulente clinico), Nicola Rudelli (Supsi), Claudio Cattaneo, (Fondazione Ares Autismo Risorse Sviluppo, Cantone Ticino), Emilio Rota (Anffas Lombardia), Alberto Candiani (presidente Candiani Spa), Paolo Moderato (Iescum). Assenti, ma presenti con messaggi e pensieri Eugenio Porfido (direttore generale Asst Valle Olona) e Alessandra Locatelli (dell’assessore regionale alla Famiglia, Solidarietà Sociale, Disabilità e Pari Opportunità). A mediare l’incontro Alessandro Folador, Carryover Pr.

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Obiettivi e lavoro di squadra

Fra i primi saluti, Colombo: «Oggi lanciamo un ponte verso le nuove generazioni e le loro famiglie. La nostra Fondazione è solo un anello della una catena composta da tutti gli attori che hanno partecipato a questo progetto. Un progetto che parla di cura, di persone, ma anche di istruzione, evoluzione, crescita e gioco», Da remoto, così Locatelli: «Centri come questo – grazie alla passione e alla dedizione degli enti che operano – sono fondamentali per la cura, l’inclusione e la vita futura delle persone con disturbi dello spettro autistico. Oggi la sfida più grande che siamo chiamati ad affrontare, quando si parla di autismo, riguarda la possibilità di offrire una vita inclusiva per tutti». A «colpire» Monti, ha detto, è «la visione del progetto: capire quanto c’è bisogno di  un cento socio-sanitario e assistenziale anche per le famiglie. Qui si è unito mondo intero con associazioni, terzo settore e istituzioni per creare una risposta a una necessità». Dell’Acqua ha invece dato «testimonianza dell’impegno che da subito ha interessato Asst: l’autismo è una situazione talmente complessa che un singolo attore non riuscirebbe ad affrontarla da solo». Ecco perché «si deve creare una connessione tra tutti coloro che possono dare sostegno».

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Il quadro del progetto

A dare un quadro dei piani, Barca. La premessa? «Nessuno deve essere lasciato solo». Per questo «vogliamo accompagnarli, per dare loro una vita dignitosa e piena di speranze». Infatti, il progetto di cura – che sta avanzando grazie alla partnership tra Enaip Lombardia, Uonpia e una primaria società di ristorazione – prevede di fornire un Centro di cottura nel piano rialzato per impiegare persone in età adulta affette da autismo. Un percorso di autonomia personale e di inserimento socio-lavorativo in forma individualizzata che implica anche, dopo formazione, l’inserimento di quattro persone part-time nel team di cucina. Inoltre è in programmazione la realizzazione di un piccolo ristorante aperto al pubblico e di un laboratorio per la panificazione. Non solo: prevede anche la realizzazione di 13 alloggi in co-housing per un totale di 35 posti letto, che ospiteranno giovani e famiglie inseriti in vari percorsi. Ma anche il personale del Centro Autismo e famiglie che aspirano ad un’esperienza di condivisione e solidarietà.

Spazio agli specialisti

Spazio anche agli specialisti. Per raccontare non solo i meccanismi delle operazioni, tra finanziamenti e rapporto coi vari partner, come ha fatto Lovisolo. Ma anche per spiegare le modalità «per attivare la presa in carico dei bimbi e delle famiglie, con i loro bisogni», ha sottolineato Ferrario nell’ambito di Uonpia.

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