Gallarate, Covid alle Marconi. I genitori: «Chiusura tardiva, contagiati i famigliari»

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GALLARATE – «E’ una situazione preoccupante che noi e le nostre famiglie stiamo affrontando. Con l’augurio che ne usciremo tutti sani, si poteva fare di più e meglio». Si conclude così la lettera dei genitori degli alunni della Primaria Marconi di Gallarate – da domani 17 novembre e per i prossimi nove giorni chiusa per un focolaio Covid – inviata ai vertici scolastici e sanitari della provincia per denunciare in che modo è stata gestita l’emergenza sanitaria all’interno della scuola.
Ironia della sorte, gli stessi genitori di Crenna che oggi chiedono a gran voce la Dad sono gli unici della città di Gallarate che lo scorso marzo organizzarono un presidio davanti ai cancelli contro la Didattica a distanza, con i disegni dei loro figli appesi sulla recinzione per chiedere l’immediata ripartenza delle lezioni in presenza.

Il presidio dei genitori alle Marconi di Gallarate: «La scuola è stata dimenticata»

La precisazione

In effetti proprio il contenuto forte della missiva non viene ritenuto come la posizione ufficiale del Comitato genitori, che anzi sembra prenderne le distanze. Fanno sapere che si tratta di una bozza ufficiosa che ha cominciato a girare nella chat e che è stata diramata alla stampa ancora prima che venisse presa la decisione di inviarla agli effettivi destinatari. Tra i genitori che prendono le distanze, per esempio, c’è l’assessore ai Servizi sociali Chiara Allai, anche lei finita in quarantena preventiva, che non ritiene condivisibili le accuse mosse nei confronti delle autorità chiamate in causa.

Tempistiche e tampone

Nella lettera, spedita per conoscenza anche all’amministrazione comunale nella persona del sindaco, i genitori si scagliano sia contro le istituzioni scolastiche sia contro Ats Insubria, a loro giudizio «completamente impreparata nella gestione territoriale del tracciamento dei casi positivi». Da giovedì scorso nella scuola hanno iniziato ad essere attenzionate e successivamente poste in quarantena numerose classi, per la comparsa di positività fra docenti ed alunni, fino alla data di oggi con solo 4 classi frequentanti (all’interno delle quali ci sono bambini con tampone in attesa di risultato per un contatto positivo avvenuto al pre-scuola) sulle 14 totali. Delle restanti 10 classi, 3 risultano in testing e 7 in quarantena.  «Denunciamo – dicono le famiglie – che la maggior parte dei test sono stati svolti dalle famiglie in completa autonomia avvalendosi dei servizi forniti dalle farmacie, in assenza di tempestiva comunicazione da Ats dell’appuntamento, entro le 48 ore previste dal documento». E ancora: «Anche a fronte di questi tamponi eseguiti a carico delle famiglie, in caso di esito positivo, la famiglia stata contattata da Ats in tempi molto lunghi, assolutamente inefficaci per il tracciamento dei contatti».

Chiusura tardiva

I genitori ritengono che la scelta di chiudere la scuola (come richiesto da giorni) dalla data di domani, nonostante il cluster di contagi fosse già in enorme incremento, sia una scelta assolutamente tardiva. «Ne è dimostrazione il fatto che dal 15 novembre altre classi frequentanti sono state poste in testing per positività e che la presenza di una ulteriore positività al pre-scuola (regolarmente attivo) in data 15 novembre ha esposto al rischio di contagio alunni appartenenti a diversi gruppi classi (elemento per altro facilmente prevedibile e assolutamente evitabile). Inoltre questa scelta, finalmente presa, si sostituisce tuttavia ed esclude quella annunciata sempre per vie non ufficiali di testare i bambini presenti a scuola domani, con intervento diretto di Ats a scuola, intervento che sarebbe stato utile attivare già negli ultimi due giorni di frequenza».

Contagi in famiglia

Nella missiva si sottolinea che alle progressive positivizzazioni dei piccoli alunni stanno seguendo inesorabilmente le positivizzazioni dei genitori e in alcuni casi anche dei nonni, «in un cluster di contagio di dimensioni ormai fuori controllo e che sicuramente lascerà conseguenze a breve e a lungo termine». E concludono:  «Come genitori non possiamo far altro che accettare questa situazione, con la certezza di aver tutti fatto il massimo per la tutela della salute pubblica e delle nostre famiglie, con scelte fatte spesso in autonomia, sulla base del buonsenso personale (come tenere a casa i bambini in questi due giorni o i fratelli di bambini in quarantena negativi al primo tampone, sapendo del rischio di positivizzazione) ed investendo anche risorse economiche personali nei test diagnostici.  Riteniamo tuttavia che a due anni dall’inizio della Pandemia, in una situazione epidemiologica di bassa incidenza di contagi, quindi in assenza di pressione sul sistema Ats far ricadere (nuovamente) sui cittadini e sulle singole famiglie la responsabilità della gestione di una emergenza sanitaria, peraltro ormai nota e affrontabile, sia assolutamente inaccettabile».

Gallarate, scuola chiusa per Covid. La Marconi passa in Dad

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