GALLARATE – Vivere la fede cristiana oggi in Cina: una realtà lontana e complessa, alla luce dei recenti accordi tra lo Stato cinese e il Vaticano in merito alla nomina dei vescovi. Il tema sarà al centro dell’incontro organizzato dal centro culturale Tommaso Moro, con don Carlo D’Imporzano che si terrà il prossimo giovedì 31 gennaio a Gallarate.
Nuovi rapporti con la Cina
Domenica 27 luglio 2008 un prete cattolico italiano, don Carlo D’Imporzano, è tornato a celebrare ufficialmente messa a Pechino in lingua italiana (e spagnola): un piccolo gesto per l’occidente ma un episodio assolutamente straordinario per la mentalità cinese. Sullo stimolo della lettera di papa Benedetto XVI ai cattolici cinesi del 2007 si può forse dire che sta spirando un nuovo vento da Oriente. Il recente accordo – i cui termini non sono ancora del tutto noti – tra lo Stato cinese e Vaticano per la nomina condivisa dei Vescovi, ha un valore strettamente diplomatico, ma potrebbe anche essere considerato indice dell’apertura di un nuovo scenario nei rapporti fra Cina e Santa Sede.
C’è chi mette in guardia da rischi e pericoli e mostra resistenza e difficoltà, ma vi è anche la convinzione – così come da parte di Papa Francesco – che questa sia la strada da percorrere con la coscienza chiara di essere nell’alba di una nuova era. Ci sono però due domande che prevalgono su tutte le altre: se vi sia vera libertà religiosa in Cina e se questo accordo potrà realmente aiutare i dieci milioni di cattolici cinesi a mantenere viva la loro esperienza cristiana, e quindi a manifestare liberamente il proprio credo.
Realtà sempre più vicina
Per questo il centro culturale Tommaso Moro propone l’incontro con don Carlo D’Imporzano, chief representative in Cina, dove risiede dal 2003, per parlare con un testimone d’eccezione di una realtà sempre meno lontana, da guardare senza schemi e preconcetti. L’incontro, aperto al pubblico, si terrà nell’aula magna dell’Istituto Sacro Cuore di Gallarate, giovedì 31 gennaio alle 21.
