La candidata del centrosinistra è Silvestrini. «Testa e cuore per Gallarate»

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GALLARATE – «La politica si può fare per gestire il potere o per trovare insieme le risposte alle domande di oggi e ai bisogni di domani. Io credo alla seconda modalità». Si presenta così Margherità Silvestrini, da oggi 7 novembre ufficialmente la candidata sindaco del centrosinistra a Gallarate per le Amminstrative 2021. Lo slogan scelto per la sua campagna elettorale è “Testa e cuore”. Al momento la coalizione è composta da Pd, Città è Vita, Partito socialista, Azione ed Europa Verde. «Ma questo è solo il punto di partenza».

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Spirito forte e cuore tenero

«Uno spirito forte e un cuore tenero». Così Angelo Senaldi ha descritto Silvestrini, introducendo la conferenza stampa indetta su Zoom nel rigoroso rispetto dei protocolli anti-Covid.  L’onorevole gallaratese ha sottolineato i due punti di forza della candidata sindaco: «Il rispetto della persona e la capacità di ascolto, una dote rara di questo periodo ma che proprio in questo periodo di difficoltà deve essere riscoperta. Conosco da 30 anni Margherita e la sua onestà, basata su valori e ideali profondi».

Una Gallarate protagonista

Secondo Silvestrini, «non è più il tempo dell’uno contro l’altro, ma dell’impegno e della responsabilità di avvertire gli stati d’animo dei cittadini e indirizzarli in progetti concreti in linea con le loro aspettative». Il programma verrà presentato a febbraio e sarà il risultato di «un confronto schietto che porterà alla elaborazione di proposte concrete e realizzabili». Il centrosinistra punta al rilancio delle attività economiche e del commercio, «a una città che favorisce il lavoro, che faccia vivere i centri storici e riqualifica le aree dismesse». E ancora Silvestrini: «Vogliamo una città pulita, verde, bella da vivere e in movimento, con una viabilità sicura e intelligente. Una Gallarate per i giovani e le giovani coppie, una Gallarate che educa e che sa prendersi cura della propria comunità, che riconosce il valore della scuola, dello sport e della cultura». Ma soprattutto, ha sottolineato Silvestrini, una Gallarate che sia fulcro di riferimento sul territorio e torni a giocare «un ruolo da protagonista nelle decisioni strategiche: ospedale, Malpensa, infrastrutture».

La coalizione

Silvestrini ha promesso «concretezza, dedizione e ascolto», tre pilastri su cui costruire una coalizione vincente al momento formato da Pd, Città è Vita, Partito socialista, Azione ed Europa Verde. «Ma questo è solo il punto di partenza», dice la candidata, auspicando che rapporti oggi di collaborazione (come per esempio con le altre due forze di opposizione, ovvero Gallarate 9.9 e Libertà per Gallarate) si possano consolidare e che altri gruppi, «convinti che Gallarate debba cambiare e rilanciarsi», possano avvicinarsi a un «progetto di città concreto, credibile e realizzabile».

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Chi è Margherita Silvestrini

Chi è la candidata sindaco del centrosinistra? Silvestrini si presenta così ai gallaratesi:

Sono Margherita Silvestrini, ho 58 anni, sono sposata e ho due figli ormai grandi.
Sono nata e cresciuta in Toscana, sono laureata in Biologia e sono stata iscritta per molti anni all’Ordine Nazionale dei Biologi nonostante la mia carriera professionale si sia svolta in gran parte nell’industria informatica, dove i virus, al massimo, li prendono i computer!
Le mie competenze professionali sono nelle architetture informatiche per grandi aziende, ho lavorato con ruoli dirigenziali in società quotate (per troppo tempo sono stata l’unica donna dirigente della mia azienda, un segno che il “gender gap” da colmare è ancora ampio), sono stata a capo di un’intera linea di produzione con la responsabilità del coordinamento di progetti ai quali lavoravano circa un centinaio di
persone, ingegneri ed informatici.
Dagli anni del liceo a oggi ho partecipato al volontariato e all’associazionismo cattolico: in Azione Cattolica e nella Rosa Bianca ho imparato cosa voglia dire impegnarsi nella politica. Quegli anni di formazione costante mi sono serviti per evitare qualsiasi forma di antipolitica e tentazioni semplificatorie. Il mio tirocinio è il medesimo di tantissimi giovani della mia generazione, le letture di Maritain, Dossetti, Lazzati, l’ascolto di voci profetiche come Paolo VI, Carlo Maria Martini e, meno famoso ma di grande carisma spirituale, don Icilio Rossi, l’assistente dell’Azione Cattolica della Toscana. Con lo spirito libero maturato in quegli anni ho risposto positivamente, nel 2011, all’invito a partecipare direttamente alla vita della città e ho assunto la responsabilità della delega alle politiche sociali. Sono stati cinque anni intensi, di buon lavoro svolto insieme a tutti gli altri colleghi. Abbiamo lasciato una città migliore e, soprattutto, cosa di cui sono particolarmente orgogliosa, abbiamo realizzato la “Casa di Francesco”, un casa di accoglienza per persone in difficoltà abitativa.
La “Casa di Francesco” e tutti gli altri progetti costruiti con il Terzo Settore sono esempi concreti di ciò che intendo con buona politica, la politica che ascolta, comprende e interpreta le esigenze delle persone e che cerca di dare risposte concrete guardando al lungo termine, l’unico orizzonte del buon amministratore.

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