GALLARATE – Sulla carta d’identità, sotto la voce “professione”, ormai si legge “ex calciatore”. Si tratta di Marco Parolo, gallaratese doc e volto noto del mondo della Serie A. Il centrocampista della Lazio e della nazionale italiana (anzi, appunto, ex) ha di recente deciso di appendere gli scarpini al chiodo. Ma se da un lato ha deciso di prendere le distanze dal rettangolo di gioco, dall’altro non se l’è sentita di dire addio a tutto il settore, che include anche il mondo dell’informazione. Infatti, lo scorso 21 agosto ha inaugurato la sua nuova carriera come opinionista con la prima comparsa sugli schermi di Dazn, quest’anno canale di riferimento del campionato italiano. Una svolta che gli permetterà, inoltre, di avere più tempo libero a disposizione, potendo dedicare ulteriori attenzioni al progetto locale che porta il suo nome, ovvero il Torino Club Scuola Calcio Marco Parolo, una delle più note società calcistiche del territorio.
Il battesimo a Dazn
Il suo battesimo come volto di Dazn è arrivato in un’occasione speciale, si può dire. Si è trattata della prima giornata della nuova stagione di Serie A, che ha visto proprio la sua Lazio – ora guidata da Maurizio Sarri – aggiudicarsi i tre punti in casa dell’Empoli. In diretta dallo studio, il nuovo Parolo, che oltre a portare bene ai biancocelesti, ha dato prova di saper tenere banco dietro le telecamere, come dimostrato in un simpatico botta e risposta con il ct laziale sulle capacità culinarie dello chef della società. Un modo di fare che gli ha permesso di non sfigurare di fianco a due personaggi ben più navigati come Marco Cattaneo e Ciro Ferrara. Anzi, tra un commento e l’altro, c’è stato spazio anche per allentare la tensioni del primo esame e strappare un sorriso al gallaratese. Lo ha fatto Ferrara, dando un in bocca al lupo tutto particolare al nuovo collega: «Marco, sei giovane – dice l’ex difensore di Juve e Napoli – e questa è una nuova attività per te: stai tranquillo. Non ti preoccupare, anche se dovessi sbagliare. E quando sei in difficoltà, guarda me e dai la palla a qualcun altro». Insomma, l’ambiente è disteso e Parolo può cominciare la sua nuova carriera in buona compagnia.
Ora il Torino Club
In ogni caso Parolo resta legato alla sua città. Lo dimostrano le frequenti visite che in passato ha riservato a Gallarate. Ma soprattutto al quartiere Ronchi, dove lui stesso ha dato i suoi primi calci a un pallone vestendo la maglia del Torino Club. La stessa società di cui oggi è proprietario e che porta il suo nome. Venendo meno l’impegno sul campo, potrà ritagliarsi più tempo per dedicarsi alla scuola calcio e alle altre categorie granata. Proprio ora che la società è in crescita. Non solo da un punto di vista della notorietà, visto che l’anno scorso ha vinto il premio come miglior club italiano del 2020, ma anche a livello pratico. Sì, perché sono in atto una serie di investimenti che arrivano a 300mila euro, volti alla riqualificazione dell’impianto sportivo comunale di via Montello.
Il palmares di Parolo
Parolo cresce calcisticamente tra le fila del Como. Dopo il fallimento dei lariani passa alla Pistoiese. Un paio d’anni in Toscana e si muove a Verona, sponda Chievo, che lo cede prima al Foligno e poi proprio all’Hellas. Arriverà quindi la volta del Cesena, che gli permetterà di esordire in Serie A nel 2010 contro la Roma. Nel 2012 si riveste di gialloblu, ma a Parma, l’ultimo step prima di blindare il resto della sua carriera da calciatore con la Lazio.
Tra le divise vestite in campo, il centrocampista gallaratese ha indossato anche quella dell’Italia. Nel 2004 con l’Under-19 e nel 2011 con la nazionale maggiore di Cesare Prandelli. Nel 2016 viene convocato da Antonio Conte, al tempo ct azzurro, per l’Europeo in Francia. Finisce l’esperienza con la nazionale di Gian Piero Ventura, impegnata alle qualificazioni dei Mondiali 2018 in Russia.
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