Gallarate, sulla cena dei sinti deciderà il giudice. «I contratti vanno rispettati»

GALLARATE – Questione sinti: cena sì o cena no? Lo stabilirà il giudice. Precisamente il giudice della terza sezione civile del tribunale di Busto Arsizio Silvia Torraca. L’udienza fissata in base all’ex articolo 700, quale provvedimento urgente vista la situazione e soprattutto vista la presenza di 40 minori (la cui tutela è primaria per la legge), alle 9.30 di venerdì 14 dicembre. Davanti al giudice compariranno l’avvocato Pietro Romano, che rappresenta i sinti gallaratesi sgomberati dal campo di via Lazzaretto, e il Comune di Gallarate.

Due quesiti al magistrato

Certa la costituzione in giudizio anche dell’hotel di Somma Lombardo che ospita i sinti, così come da accordi ratificati davanti al prefetto Enrico Ricci, che andrebbe ad impugnare contro il Comune di Gallarate un contratto firmato dal funzionario responsabile del settore Servizi Sociali e che prevede, carte alla mano, un accordo (previo pagamento) per pernottamento, colazione e cena per tutti i 69 ospiti. Due i quesiti che saranno posti all’attenzione del giudice: il primo, ovviamente, riguarda il rispetto del contratto sottoscritto dal Comune. Che prevede, appunto, oltre al pernottamento e alla prima colazione anche la cena per gli ospiti a spese dell’amministrazione gallaratese.

La legge non fissa un termine per l’assistenza

«La cena – spiega Romano – è stata servita per 5 sere consecutive, così come previsto dal contratto. Poi il sindaco, con un post su Facebook, visto che non abbiamo traccia di atti ufficiali, se non un fax segretato all’hotel, avrebbe revocato il servizio. Un servizio già concordato ma soprattutto sancito dal contratto sottoscritto dal Comune con il titolare dell’hotel stesso». La presa di posizione del Comune, con il divieto di continuare a servire la cena ai 69 sinti sarebbe per Romano, e a quanto pare con l’hotel (controparte in sede contrattuale) «Un ‘inadempienza». Di qui il ricorso al tribunale.

Il secondo quesito riguarda il tempo di permanenza in hotel dei 69 sinti. Cassani parla del 30 dicembre. Il contratto parla dell’8 gennaio. Romano cita la circolare Piantedosi del Ministero dell’Interno, che dice che “sarà cura degli enti preposti individuare le soluzioni che possano permettere via via di sostenere i percorsi d’inclusione sociale  delle persone in situazione di fragilità, anche all’interno di complessive strategie d’intervento condivise dalle Regioni”.  E spiega: «Il sindaco di Gallarate parla di 30 giorni in hotel, poi ognuno provveda a se stesso. In realtà la circolare non fissa assolutamente un termine, soprattutto in presenza di minori. I 30 giorni li ha stabiliti Cassani. Noi crediamo che la parola spetti a un giudice. Dopo 30 giorni il sindaco di Gallarate cosa farà? Metterà all’addiaccio 40 minori? Non è ciò che prevede la circolare».
Il Comune per contro aveva già controbattuto che seppur la circolare non fissava un termine di 30 giorni per l’assistenza alle persone sgomberate aventi diritti, non diceva neppure che l’ente sgomberante dovesse farsene carico per sempre. Venerdì prima udienza davanti al tribunale civile di Busto Arsizio.

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